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Che cos’è il digital storytelling

Creato il 01 luglio 2015 da Pamelaserafino
 

Il digital storytelling è una pratica scrittoria che indica una precisa tipologia di testi che si sta affermando soprattutto in area anglosassone e sottolinea l’arte di narrare in digitale ossia la capacità di raccontare brevi storie costituite di testo alfabetico, immagini e suoni, che hanno la capacità  di evocare più che di esprimere attraverso l’uso combinato di diversi codici.  L’espressione è stata coniata negli anni Novanta da Dana Winslow Atchley, che ha dato vita a un vero e proprio movimento (  “Home movies” 2000, www.nextexit.com ) e ha fondato nel 1993, assieme a Joe Lambert e Nina Muller, il Center for Digital Storytelling in California. Secondo i precisi requisiti elaborati dal centro oltre ai tre codici espressivi, tra i requisiti spiccano la brevità e il ritmo.

Leslie Rule definisce il digital storytelling come l’espressione moderna dell’antico mestiere di cantastorie. Una digital tale è una breve narrazione (generalmente al massimo 5 min.) di un evento che integra diversi linguaggi: alcuni tipici della narrazione, altri della sceneggiatura.  Gli elementi essenziali non sono che una semplificazione, un punto da dove cominciare perché ci sono infinite variazioni per costruire una narrazione digitale.

I 7 elementi consigliati da Joe Lambert

  1. Punto di vista. Le storie dovrebbero essere personali e autentiche.
  2. Raccontare qualcosa di cui valga la pena (“the dramatic question”).
  3. Un contenuto emozionalmente valido perché sia coinvolgente.
  4. La vostra voce. La propria voce è un elemento importante, molti studenti vogliono usare solo immagini e musica, ma l’effetto non è lo stesso.
  5. Il potere della colonna sonora, che anticipa quello che succederà.
  6. Economia. Tutti gli ingredienti (la voce, la musica, le immagini) devono essere usati in modo da interagire tra loro. Di solito non ci si rende conto che le cose da dire possono essere dette con poche immagini, poco testo e poca musica. Lasciare parlare l’implicito, le metafore.
  7. Ritmo. Il ritmo è il segreto della narrazione insieme alla vitalità. Le buone storie respirano.

I 7 elementi consigliati da Jason Ohler:

  1. Mappa. Gli studenti creano una mappa della propria storia.
  2. Feed-back da parte degli altri sulla propria storia, con l’aggiunta di eventuali elementi.
  3. Scrittura della storia.
  4. Registrazione della stessa.
  5. Ascolto e eventuale revisione.
  6. Fatto? Lo studente e il docente decidono a che punto è finito.
  7. Digitalizzazione della storia (immagine, musica , audio ecc.).

Il sito di Jason Ohler, molto incentrato sull’uso educativo delle digital story tales, pone l’accento sulla narrazione più che sulle nuove tecnologie: ”una buona narrazione farà una buona digital story tale e non il contrario“. Sostanzialmente Jason Ohler utilizza due approcci. Il primo, “computer based” consiste nel basare la creazione di una storia principalmente attraverso il computer (immagine, musica, usando programmi come iMovie o Moviemaker).  Nell’altro approccio, chiamato “sfondo verde” la storia viene narrata in modo tradizionale filmando il protagonista con uno sfondo neutro per poi integrarlo con i multimedia. Questa seconda soluzione facilita la didattica perché l’alunno fa un’ulteriore riflessione sull’uso delle nuove tecnologie. Alcune tecniche, affini alle Digital storytelling hanno in comune alcuni elementi. I video annotation prevedono l’interattività nel filmato o nelle immagini, cioè è possibile modificare il contenuto digitale creato dall’autore. I photolanguage: sono raccolti in dossier fotografici utilizzati a scopi didattici o di orientamento, ma non prevedono la voce narrante o le riprese. Il Digital storytelling è un metodo a sé stante che utilizza alcune tecniche già note come la narrazione e la sceneggiatura unendole con creatività e autenticità.

se si analizzano nel dettaglio le indicazioni operative e teoriche proposte dai diversi autori si riconosce comunque una fondamentale fedeltà alle tradizionali teorie narratologiche e una sostanziale continuità con le regole elaborate da chi ha studiato le forme classiche del narrare, del romanzo e del cinema.


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