A sei mesi dall’entrata in vigore della legge 38, a favore delle cure palliative, su cui il nostro blog aveva pubblicato un post approfondito, il diritto a non soffrire per milioni di italiani resta ancora sulla carta.
Pochi gli oppioidi prescritti dai medici, nonostante si tratti di farmaci indispensabili per risparmiare sofferenze inutili ad almeno 250mila malati terminali e a milioni di pazienti cronici.
Dopo il via libera del marzo scorso alla legge che ha semplificato la prescrizione dei farmaci anti-dolore, la crescita è stata modesta: solo l’8% in più rispetto alle già pochissime confezioni vendute nel passato. Un’altra volta siamo un passo indietro rispetto alla media degli altri paesi europei.
Pochi anche gli ospedali che hanno deciso di rispettare l’obbligo di monitorare il livello di dolore di tutti i pazienti. Oggi rispetta questo diritto degli assistiti poco più della metà degli ospedali (il 60 per cento).
A dare l’allarme è Il Sole 24 Ore Sanità che ha realizzato un’indagine in collaborazione con il centro studi Mundipharma e Fadoi (la federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti) su 135 reparti di medicina generale.
Il bilancio che viene tracciato è abbastanza negativo.
«L’applicazione della nuova normativa non è sicuramente semplice – avverte Furio Zucco, medico esperto del settore, già presidente della SICP e coordinatore di questa indagine -, ma ora ci aspettiamo nei prossimi mesi un grande sforzo da parte di Governo, regioni, ospedali e medici per applicare finalmente questa legge sacrosanta»
Non tarda ad arrivare la risposta secca del Governo. Guido Fanelli presidente della Commissione del ministero della Salute sulla terapia del dolore replica all’indagine del Sole 24ore Sanità: “Non è vero che dopo la legge non sia cambiato nulla. Il processo è avviato e, anche se lentamente la macchina si è messa in moto. Comparando i dati del trimestre luglio settembre 2009 allo stesso periodo del 2010, cioè l’ultimo trimestre seguente all’approvazione della legge, l’aumento delle prescrizioni di oppioidi è stato del 14% – contro l’8% dello studio del Sole 24 Ore – con alcune punte di eccellenza in determinate Regioni: in Emilia Romagna, ad esempio, l’aumento è stato del 114%. E questi sono dati ufficiali, del ministero della Salute”.
Le domande che sorgono apprendendo questa notizia sono diverse: come mai l’Italia rimane sempre un passo indietro rispetto agli altri paesi europei? Per quale motivo è così difficile considerare il problema del dolore parte fondamentale del processo di cura? Pensate ad un vostro ricovero in ospedale. A quanti di voi è mai stato chiesto di misurare il proprio dolore servendosi di un semplice righello (il nome esatto è scala analogica – visiva)?
Il regolo per la misurazione del dolore di Padì – A.R.T.
Quesiti che risultano legittimi in un paese che si dichiara civile. Siamo convinti che la lotta contro il dolore sia una battaglia di civiltà e da anni elaboriamo progetti finalizzati a sensibilizzare l’opinione pubblica su queste tematiche.
ll dolore, quando non è più un campanello d’allarme, ma una componente permanente della vita, diventa inaccettabile.
Vi abbiamo già parlato del Regolo di Padì-A.R.T. Sulla stessa linea si sviluppa Il Progetto Piacenza senza dolore che abbiamo proposto qualche anno fa a Piacenza e Provincia, purtroppo con scarsi risultati, ma che rimane attuale e a disposizione di chiunque fosse interessato a camminare nella nostra direzione: la qualità della vita, fino alla fine.
L’attenzione verso il dolore si solleva proprio in occasione di una giornata importante: la IV Giornata Mondiale degli Hospice e delle Cure palliative, che si celebra in tutto il mondo il 9 Ottobre. L´obiettivo è di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle attività degli hospice e delle cure palliative a livello nazionale e locale.
Un’altra importante iniziativa a livello nazionale è l’appuntamento con la Giornata Nazionale contro il dolore inutile della persona inguaribile che si celebra ogni anno l’11 Novembre, giornata di San Martino, patrono delle cure palliative.
San Martino
L’A.R.T., come molte altre associazioni della Federazione Cure Palliative, si impegna per organizzare sul territorio eventi volti a sensibilizzare l’opinione pubblica su queste tematiche. L’11 Novembre è stata anche l’occasione di numerose raccolte firme con lo scopo di spronare le istituzioni ad agire concretamente in questa direzione.
ll cammino che abbiamo davanti è lungo. Dobbiamo continuare a lavorare per fare in modo che la filosofia delle cure palliative possa avere la massima diffusione e trovi l’importanza che merita all’interno del processo di cura.
Informiamoci, partecipiamo, conosciamo.
Ognuno di noi può fare qualcosa!