Magazine Attualità

Che fine ha fatto Quirico?

Creato il 09 luglio 2013 da Cicciotopo1972 @tincazzi

Sono tre mesi che Domenico Quirico è disperso in Siria.

></div>>>ANSA/ PAURA PER QUIRICO. BONINO, IL SILENZIO NON E' POSITIVO>>ANSA/ PAURA PER QUIRICO. BONINO, IL SILENZIO NON E' POSITIVO" />>>ANSA/ PAURA PER QUIRICO. BONINO, IL SILENZIO NON E' POSITIVO" title="Che fine ha fatto Quirico?" />>>ANSA/ PAURA PER QUIRICO. BONINO, IL SILENZIO NON E' POSITIVO" width="300" class=" wp-image-1405 alignright" height="199" />

Persi i contatti il 7 aprile scorso, è riapparso, insieme al camaleontico Pierre Piccinin, con il quale era entrato dal Libano per arrivare, pare, a Homs, al telefono. Entrambi infatti hanno contattato le proprie famiglie il 9 giugno scorso solo per dire che stavano bene. Poi è tornato il blackout.

Tre mesi sono lunghi, ma se li paragoniamo agli undici di Austin Tice o ai 229 giorni di James Fowley non sono niente. 

I genitori di Tice si trovano a Beirut a cercare risposte che non trovano, il senato Usa si muove per avere informazioni.
Di Tice c’è solo un video dell’ottobre scorso. Lo si vede bendato, legato e visibilmente terrorizzato.

Di Fowley, sparito nei pressi di Taftanaz, tra Idlib e Aleppo, insieme, pare, ad un altro giornalista del quale però non si sa né nome né nazionalità, nulla. Un articolo del Boston Globe del 4 maggio scorso però riporta un poco di speranza ad amici e familiari. Fowley, secondo indiscrezioni riportate nell’articolo e provenienti da fonti confidenziali raccolte dal direttore esecutivo del Boston Globe, sarebbe vivo e detenuto in una prigione governativa nei pressi di Damasco: “ Investigators believe he may be imprisoned with other journalists, including another American“. Forse Tice?

L’articolo parla di più giornalisti, oltre ai due americani. Forse con loro ci sono anche Piccinin e Quirico?

Il governo siriano nega. Assad stesso dice di non sapere nulla.

Rimangono ancora tanti interrogativi aperti sul perché Quirico abbia deciso di accompagnarsi a Pierre Piccinin (qui la sua storia), che non è un giornalista e non è un esperto in sicurezza o aree di crisi.

Perché abbia deciso di entrare dal Libano, passaggio da mesi vietato per motivi di sicurezza ai giornalisti (e non solo), nessuno lo sa. Eppure che il passaggio da quel confine fosse fortemente sconsigliato per non dire vietato, lo si sapeva.

Nel dicembre scorso Richard Engels della Nbc insieme ad altri due giornalisti venne sequestrato proprio a ridosso del confine libano-siriano da una milizia sciita progovernativa. Fortunatamente i giornalisti riuscirono a scappare.

Il 9 aprile 2012 viene ucciso un cameraman libanese dalle forze di sicurezza siriane sulla linea del confine, ad Aarsal, nell’alta valle della Beqaa.

Sempre nei pressi di al Qusair un fotografo italiano era stato oggetto di una estorsione per poter rientrare in Libano e sempre ad Al Qusair Alex Thompson l’8 maggio 2012 era stato vittima di un tentativo deliberato, questa volta da parte delle forze ribelli, di farlo assassinare ad un posto di blocco governativo.

Questo solo per la stampa, ma omicidi e sequestri a scopi estorsivi o politici sono all’ordine del giorno in quella striscia di terra tra Libano e Siria.

Perché Quirico non abbia anche contattato colleghi  in Libano per avere un quadro della situazione (cosa che normalmente si fa quando si arriva in un posto) o avvisato qualcuno in loco degli spostamenti in modo da monitorare, sono altri interrogativi irrisolti.

Sembra quasi che si sia totalmente fidato, quasi a scatola chiusa, di qualcuno.

A tre mesi dalla sua scomparsa sarebbe anche il caso che questi interrogativi avessero una risposta.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :