Massimo Cellino, presidente del Cagliari
4 SETTEMBRE – Missione compiuta. Alle ore ventitré di ieri di lunedì 2 settembre si è concluso il calciomercato con diversi “botti” dell’ultimo minuto, ma Massimo Cellino ha mantenuto la sua promessa, ribadita la scorsa settimana nel suo comunicato ufficiale: l’organico del Cagliari resta blindato. I pezzi pregiati, i “gioielli di famiglia”, sono rimasti ai loro posti. Nessuno si è mosso.
Al box del Cagliari, nella sede del calciomercato italiano Atahotel Executive di Milano, c’era una bella folla di giornalisti e procuratori, in attesa, quasi spasmodica, di un possibile fulmineo attacco di mercato da parte delle società corteggiatrici ormai note. L’attesa invece non è stata ripagata. Il patron rossoblù ha lasciato fieramente l’hotel alle sette di sera, senza più niente da mettere in vetrina e con la soddisfazione di non avere deluso le aspettative dei tifosi isolani, già bastonati dalla mancata campagna abbonamenti. Sicuramente non deve essere stato facile resistere alle buone, anche se non tanto insistenti, offerte da parte di tanti, soprattutto quando una grossa entrata avrebbe fatto comodo alle casse non eccezionalmente floride. Ma i motivi della tenace resistenza del presidente non sono da sottovalutare dal momento che, per chi ci creda o no, rasentano il religioso e il votivo. L’esperienza in carcere non è stata roba da poco e Cellino, avvicinatosi alla fede, non ha voluto mancare alla parola data ai detenuti che l’hanno aiutato in quei momenti bui.
Nel corso degli ultimi mesi i nomi di Astori, Nainggolan, Sau e Ibarbo sono stati accostati a squadre piuttosto blasonate e hanno arricchito gli argomenti degli opinionisti e dei calciofili, sempre più attenti alle caratteristiche tecniche di ognuno e alle necessità del calcio italiano.
Il difensore Astori
Il caso Astori è stato quello più curioso. Alcune settimane fa mancava solamente l’ufficialità del suo passaggio al Napoli, ma il presidente ha reputato i dodici milioni di De Laurentis troppo pochi per il difensore e nel giro di poche ore da un affare fatto si è passati a un…. nulla di fatto.
Anche Nainggolan sembrava avere le valigie pronte. Adocchiato già dalla scorsa stagione, il centrocampista belga, presente a Milano per ascoltare le proposte di Marotta, è stato l’oggetto dei desideri estivi della Juventus, nonché di Inter, Roma e di alcune squadre straniere, ma i venti milioni richiesti da Cellino hanno frenato anche gli appassionati più accesi.
Stesso discorso per Marco Sau. Il “campioncino”, autore domenica scorsa di un goal superlativo contro il Milan, ieri sera è stato oggetto di discussione fra la società cagliaritana e quella interista. Ma l’interesse dal presidente Massimo Moratti è stato così debole da non essere nemmeno preso in considerazione. Idem per Ibarbo, seguito per giorni dalla dirigenza juventina e stimato profondamente dall’allenatore partenopeo Benitez.
Nessuna uscita, dunque. Ma nemmeno nessuna entrata di rilievo che avrebbe perlomeno fatto comodo al gioco di Lopez. La partita di domenica scorsa (Milan – Cagliari 3 – 1) ha messo in evidenza le deprecabili manchevolezze degli schemi difensivi, causate dall’assenza prolungata di Pisano e dall’indisponibilità di Astori, tenuto in panchina per ragioni che conosciamo già. Dessena non è un terzino destro ed è indubbio che ricopra questo ruolo maluccio solamente per pura necessità. Dalle ultime battute di mercato si aspettava un importante “rimpiazzo” che permettesse a Pisano di recuperare in tutta calma, ma sfortunatamente non è arrivato. Rinforzo che invece è arrivato in attacco: sbarca l’attaccante Agim Ibraimi. Macedone, classe ’88, il giocatore arriva dal Maribor – cui va in prestito il non tanto rimpianto Pablo Ceppellini – ed è precisamente un’ala mancina molto duttile sia a destra che a sinistra. Il mercato del Cagliari si chiude così, senza gloria e senza infamia, ma con la volontà della squadra di costruire un campionato soddisfacente.
Il resto è rinviato a gennaio.
Gianmarco Cossu
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