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Che poi, magari, no?

Creato il 24 ottobre 2013 da Camphora @StarbooksIt

Che poi, magari, no?, ti capita che in stazione vedi un’amica e stai per chiamarla, quando incontri un’ottantenne che deve scendere le scale con il trolley in una mano e la stampella nell’altra. E allora che fai? E niente, nonostante tu non sia il tipo da fare certe cose – anche perché hai un’ernia tra L4 e L5 – aiuti l’anziana. Guarda caso, la signora deve prendere il tuo stesso treno e allora cominciate a presentarvi: lei ti chiede il riepilogo della tua esistenza – origini, lavoro, casa, famiglia – poi prende il sopravvento raccontando in maniera ossessivo-compulsiva la storia della sua vita. Settanta minuti dopo sta per arrivare la tua fermata e nonostante tu ti alzi e indossi felpa, giubbotto, borsello e zaino, lei continua a parlare, e ti sembra quasi di comportarti da maleducato ma devi salutarla e scendere.

Che poi, magari, no?, ti dici che puoi dare un senso alle sveglie alle 5:30 del mattino, alle tre ore (almeno) passate ogni giorno tra stazioni e treni, se capita che qualcuno ti racconti di una vacanza nell’America del Nord fatta tra agosto e settembre del 2001, quando gli aeroporti erano bloccati e gli alberghi erano vuoti, così la signora poteva salire sull’Empire State Building senza fare la fila, e tutti gli altri innumerevoli aneddoti.

E a te viene in mente quel tizio che ha incontrato un altro tizio e gli ha raccontato una storia e lui ha aggiunto un trattato di zoologia e uno di teologia e ha scritto un bestseller, “Vita di Pi”. E pensi che può succedere anche a te.

Ma poi, magari, no?, ci rifletti e dopo l’entusiasmo iniziale ti rendi conto che è solo un’idea banale, ne hanno già scritto David Foster Wallace o Jonathan Safran Foer e tanti altri migliori di te, e poi la tua è solita voglia – ti dici, tipica di quelli a cui piace scrivere – di dare un senso al caos della vita e a una banalità come quella capitata nel pomeriggio. E lasci perdere.

Che poi, magari, no?, una volta sceso corri, raggiungi l’amica alla stessa fermata e le racconti della signora chiacchierona, e l’amica, non sai perché, ti dice ridendo: “Ma sei proprio uno scrittore!”

E niente, fine.

Che poi, magari, no?

About SpeakerMuto

Ho pubblicato il mio primo romanzo, ne ho un secondo da parte e sto scrivendone un terzo on line, sul mio blog personale. Suono la chitarra elettrica. Scrivo in treno.


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