William Shakespeare ha ragione! Aumentare le imposte si è rivelato un pessimo affare per i conti pubblici. «I professori ed ora Letta – commenta un economista di area Pdl – hanno fatto finta di ignorare la curva di Laffer. In una economia dove il livello di pressione fiscale è già troppo elevato, l’aumento delle aliquote si rivela controproducente perché fa calare anziché aumentare le entrate fiscali». La speranza del governo è appunto che l’Imu compensi i danni ai conti pubblici derivanti dalla bassa crescita. Un palliativo nel breve periodo e, nel lungo, un altro peso sui contribuenti che non potrà che deprimere ulteriormente l’economia. Tutto questo, mentre la spesa per gli interessi sul debito, cala, ma non abbastanza.
Da Libero: Politiche economiche sciagurate. Parlano i numeri. Suonare il campanello d’allarme per mesi non è servito a nulla. Meno gettito? Più tasse. Un’equazione semplicissima che Enrico Letta ha cancellato con un tratto di penna. E ora i conti lo spaventano: l’incasso Iva è crollato di 3,7 miliardi di euro, pari a un crollo del 5,2%, rispetto al 2012. L’aumento dell’aliquota ha ulteriormente ridotto i consumi in un Paese sull’orlo della recessione, senza tenere in conto il fatto che il balzello è un ulteriore “incentivo” all’evasione fiscale, già di per sè altissima.
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