Questa volta è toccato a un paio di sandali meravigliosamente comodi, ma brutti e tristi come non mai.Da giovane avevo il culto per le scarpe: ne ho comprate e indossate di tutti i tipi. Dallo stivaletto dark a punta con tacco di ferro (vi lascio immaginare camminare sui masegni a Venezia), alla scarpa con zeppa rigida alla Paperinik, alla stringata con punta super squadrata... insomma da cccciovine non mi sono fatta mancare nulla, con un conseguente attuale GRAN MALE AI PIEDI.Qualche anno fa la disperazione da male ai piedi mi ha spinto a comprare dei sandali morbidissimi, ma tristissimi in stile suora tettesca in partenza per Lourdes. Cotanta bellezza, nonostante la comodità, me li ha fatti serenamente dimenticare nel fondo della scarpiera, salvo riprovarli ad ogni arrivo dell'estate e rimetterli nella loro scatola al grido di: maròquantosietebruttiiiiiiiiiiiiiii!L'altro giorno però ho deciso che era ora di metterci su le mani e dargli una botta de vita.
sandali da suora tettesca
A Natale ho ricevuto delle rocche di fettuccia di maglina molto bella; le vendono come materiale di riciclo, ma dubito fortemente che possa essere così perchè ne producono a montagne e tutte uguali, ma tant'è, le ho e le adopero!
primo passo verso la vivacità!
Notare il caos creativo di fondo (la mia area di lavoro è decisamente vissuta, non riuscirò mai a fare le foto in un laboratorio stile ambulatorio pediatrico, come va tanto di moda ultimamente).
già meglio vero?
Ok, ci siamo... però non sono ancora soddisfatta. Li voglio più ye ye! Questa volta in mio aiuto vengono quelle meravigliose bottiglie vuote di detersivo che mi ha regalato la vicina di casa e che stazionano in balcone in attesa di essere lavorate. Ce ne sono un paio che hanno proprio i colori che fanno al caso mio!
sempre sobria!
Aggiungo la fettuccia sul tallone del sandalo e creo dei bei lacci da annodare alla caviglia (per mettere in risalto i polpacci che non ho) e voilà: Disegual me fai na pippa pure questa volta!
Alla prossima!