La tristezza per lasciare casa completamente vuota.
Lo smarrimento nel sentire le voci che rimbombano nelle stanze grandi.
La stanchezza di tutto lo sforzo fisico.
Lo stupore per scoprirsi così attaccata alle cose.
Capire che quelle cose assistono e custodiscono la tua vita.
E quindi, in ultima analisi, non stupirsi di essere attaccata alla tua vita.
La birra ghiacciata al tramonto, sulla panchina davanti al portone di casa.
Nella corte con i muretti scortecciati confusi con piante arruffate.
Gatti in attesa di una mano amica che non si capacitano delle mancate carezze.
Gatti che non possono sapere che per alcuni umani possono essere letali.
Cani scoordinati per la gioventù e cani sordi per la vecchiaia.
Fiori che hanno visto giorni migliori.
Un abete in vaso spogliato dei suoi decori natalizi.
E M., il bambino più logorroico del mondo, che a gran voce proclama:
“Che schifo i fiori rotti”
Nuovi spettatori e nuovi custodi di quella che in fin dei conti continuerà ad essere la tua vita.