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Che senso ha scrivere un blog (che parla di tecnologia)?

Creato il 16 maggio 2011 da Ivnc @elisabarindelli
Che senso ha scrivere un blog (che parla di tecnologia)?
Ultimamente mi trovo spesso a riflettere sul senso di ciò che faccio anche al di là dell'immediato. Pensieri sullo stile "che senso avrà quel che sto facendo ora, se ci ripenserò fra cinquant'anni?" o "Se morissi domani, sarei felice di aver fatto questo, oggi?"
Spendo parte del mio tempo scrivendo post per l'Androide Minimalista, che parlano anche di tecnologia: a che serve? Ne resterà qualcosa al di là di un diario personale che avrei potuto tenermi nel cassetto, o sono tutte parole sprecate?

Quando sono arrivati sul mercato, i primi telefoni cellulari sembravano un enorme balzo tecnologico.Sono stati versati fiumi di inchiostro, l'interesse della comunità tecnologica è salito al massimo, la curiosità della gente comune pure. Poi i cellulari sono entrati a far parte della nostra vita in modo sempre più forte, fino a diventare un oggetto di uso comune, e l'interesse è scemato. Stessa storia per l'arrivo dei primi Symbian. Per il primo iPhone. Per i primi Android. E via così. 
La prossima piccola rivoluzione ci farà sempre scrivere e leggere milioni di parole, genererà podcast, videoprove, offerte, entusiasmi, aggiornamenti. E poi pian piano (ma neanche tanto piano!) diventerà vecchia e sarà superata. Perchè sprecare parole occupandosi di argomenti effimeri? Un blog non è una testata di news, quindi perchè scrivere post su tecnologie, gadget e software che nel giro di un anno saranno superati? La tecnologia cambia, si evolve, si trasforma: è la sua natura. Sia in campo tecnologico che in ogni altro settore, il giorno in cui ci si ferma è l'inizio della fine. Dunque perchè parlare di tecnologia in un blog? Cosa rende un blog ben scritto senza tempo e lo salva dall'invecchiamento riservato alle semplici notizie? 
FocusRaccontare quel che c'è di nuovo è informazione, aggiornamento, diffusione di conoscenze. Di solito si raccontano le novità mantenendosi al di sopra delle parti, con recensioni tecniche, benchmark, misurazioni, confronti. Di questo di occupano le piccole e grandi testate giornalistiche, i siti tecnici, gli speciali. I blog no. 
I blog appartengono ad una sfera differente, più legata al personale, più vissuta. Un posto virtuale dove si scrivono post più lunghi in toni meno neutri, dove più che i numeri e i confronti contano le esperienze dirette, i consigli, i suggerimenti da utente a utente. Più che della notizia, il blog è il regno del passaparola, della chiacchierata, degli aneddoti. Estremizzando, un blog non riporta fatti, ma vita. Un blogger deve parlare di qualcosa di suo, delle sue "avventure", delle sue giornate. Anche e soprattutto quando parla di tecnologia, il valore aggiunto di un blog rispetto ad un sito di news sta proprio nel focus, posto sull'elemento umano. Sull'utente invece che sullo strumento, sull'esperienza e sul risultato invece che sul mezzo. Sugli elementi che, al di là della novità, restano validi anche con il passare del tempo. 
Idee Un'altra grande libertà che ai post dei blog è concessa ed alle news è negata, è l'opinione personale. Il post di un blog può (e spesso deve) essere centrato sulla riflessione, sulla ricerca di quello che sta dietro la news, sulle idee che abitano dentro i dispositivi e le tecnologie. Un blogger deve ricercare il significato, le connessioni, le correlazioni. Deve approfondire, saper guardare oltre e magari anche fantasticare. La fantasia è uno dei privilegi concessi all'uomo in generale ed al blogger in particolare, e questo è uno dei campi migliori in cui utilizzarla. 
Nessuno è più interessato a leggere quali sono le nuove possibilità offerte da Windows 95, ma di certo c'è ancora qualcuno che vuole leggere un approfondimento su cosa queste nuove potenzialità hanno comportato per l'utente e quali nuovi modi di pensare hanno sbloccato. Le tecnologie muoiono, le idee sono imperiture. Le tecnologie sono, per forza di cose, legate al frangente storico in cui nascono e si sviluppano, le idee attraversano i secoli. 
Quel passo in più Scrivere bene è difficile. Scrivere bene di tecnologia forse lo è ancora di più, perchè richiede un passo ulteriore rispetto allo standard. Ma ha un senso. Ha uno scopo ed un'utilità. Ne vale la pena. Vale lo sforzo di fare "quel passo in più". Scrivere è anche riflettere (l'ho già detto, anche più di una volta, vero? Pazienza, lo ripeto!) Scrivere vuol dire pensare e viaggiare con la mente, ma vuole anche dire esporsi, esprimersi, darsi una forma ed una posizione. Se scrivere è un'alchimia, farlo spingendosi oltre i propri limiti immediati è una formula magica. 
Non c'è sempre, in ogni campo, un po' di magia nei risultati migliori? Non è andando oltre che si esce dalla massa? E in fondo, non è "quel passo in più" che rende un'idea degna di essere letta, pensata e ricordata? 
Le tecnologie e gli strumenti non sono cose destinate a durare. La trasformazione e l'evoluzione sono un destino inevitabile per ogni cosa vivente e non, per fortuna e purtroppo. Tra 200 anni nessuno di noi sarà più qui, nessuno nel mondo utilizzerà più un iPhone4 nè un DesireHD, nessuno leggerà il feed di questo blog.
Ma.
Le nostre parole ci sopravvivono.Le idee ci sopravvivono.Le cose che abbiamo creduto, le cause che abbiamo sostenuto, i legami che abbiamo stretto, i pensieri che abbiamo fatto nascere.L'amore che abbiamo dato. Questo ci sopravvive. Questo non cambia. E a ben pensarci è proprio questo in definitiva ciò che conta di quel che siamo e che ci lasciamo dietro.
Scrivere un blog ha senso. Se ci ripenserò tra cinquant'anni, avrà avuto il senso di condividere tutto questo.Se morissi domani, sarei felice di aver speso il mio tempo per preparare questo post. E' stato speso bene.
Nota:Questo post è nato da molte cose, alcune molto lontane dal suo effettivo argomento. Non le elenco, ma tra tutte menziono la più recente, che mi ha colpita in modo particolare: la scomparsa di Derek Miller ed il suo "ultimo post", pubblicato postumo dai familiari nel suo blog. (Se preferite leggerlo in Italiano, Laura ne ha da poco pubblicato una bella traduzione su "minimo."). 
Menziono e ringrazio (sebbene è probabile che non leggerà mai questo post) anche "Carla", che mi ha raccontato con un incredibile quanto impavido sorriso la sua malattia, e mi ha mostrato la bellezza di poter vivere "un giorno dopo l'altro".


Foto: 11 malinconico sguardo di cyborg by ciro pignalosa, 2011

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