Stasera sono stato a vedere la partitella d’allenamento dell’Atletico Campari, come sempre al Superga. Si giocava così, tanto per non perdere la forma, in vista del torneo di maggio a cui la squadra si iscriverà.
Ma è stata una sofferenza. Dover guardare senza poter entrare in campo. Doversi fermare al bordo, e guardare giocare gli altri.
Avrei voluto potermi cambiare, entrare e partecipare e invece niente. Fermo, a bordo campo.
Tutta colpa di quel maledetto infortunio di cui la prossima settimana conoscerò l’entità. Le previsioni non sono per niente buone: chi mi ha controllato ha parlato, come ho detto, di una lesione al menisco e di un interessamento, non so in quale gravità, del legamento crociato. Ma il dolore coinvolge anche la testa del perone, quindi non ci si può sbilanciare sulla diagnosi. Bisogna aspettare l’esito della risonanza che farò giovedì.
Certo che per un po’, mettendomi l’anima in pace, dovrò restare a guardare. O magari, nel limite del possibile, arbitrare, tanto per non sentirmi del tutto escluso.
Ma che sofferenza. Fa più male questo che il ginocchio.