Non ci girerò intorno, cercando un senso che non c'è. Le parole fuggono inorridite difronte al volto orrendo e deformato della verità. Quando fa più paura. Quando è quella che non aspettavi, non immaginavi, non credevi neanche esistesse. Per te. E io scappo con loro. Torno a cercarmi proprio quando credevo di essermi finalmente ritrovata. Che gente allegra il cielo l'aiuta, col cazzo. Gente allegra paga il prezzo caro dell'ingenua spinta all'ottimismo. Volevo crederci, io più di tutto, forse è qui che ho peccato di presunzione. E la vita non perdona. Nina la Sterile, cosa ti ridi, cosa cerchi il buco di luce nella stanza buia. Arrenditi al tuo destino, non spingerti oltre.
Venerdì ore 14,30 visita dalla Gina. Ero lì per parlare delle mie analisi ormonali, non certo eccellenti, ma recuperabili con la stimolazione. Ero lì per fare un controllo di rito, pap-test ed eco transvaginale, una mezz'ora in tutto e passa la paura. Invece l'ecografia è durata un'eternità. Ero stesa sul lettino e guardavo l'orologio camminare, mentre io mi sentivo immobile, bloccata in un eterno presente che non vuole cambiare. Nonostante i miei sforzi. Inutili, vani. Quaranta minuti di ecografia, interminabili. Il silenzio interrotto di tanto in tanto dalla voce della Gina: - Qua è tutto un casino - - Non riesco a capire, scusa ma devo spingere, ti farò un po' male - E palpa e premi e dentro e fuori e scava e ruota. Non ci capivo nulla, ma sentivo, sapevo, che qualcosa stava andando storto, oltre ogni mia immaginazione. - Nina, le tube in genere non si vedono con l'ecografia. Le tue invece sono come dei salcicciotti e premono sulle ovaie. Sono infiammate, dilatate e piene di liquido. - Le prime lacrime cominciano a scendere. - Nina, se tu fossi mia figlia io non esiterei a dirti di toglierle. Una fivet in queste condizioni non te la faranno mai fare, le probabilità di successo sono quasi nulle. - Un fiume in piena di lacrime. Un mare di lacrime. Uno tsunami. La morte delle parole. Non riuscivo a chiedere, io non sapevo più parlare. Una parte di me era lì. L'altra era uscita a farsi un giro in 'Quel posto dove non accadono cose così':
Dove ad ogni conquista, non corrisponde un'altra dolorosa sfida. Dove la vita non ti tradisce, perché non è una prova continua. Dove se vuoi un figlio, lo fai. Dove non devi scegliere tra te e lui. Dove non c'è il baratro tra quel che vuoi e quel che ottieni. Dove non devi continuamente giocare a sottrazione coi tuoi sogni. Dove nessuno viene a dirti che per avere una possibilità, devi operarti e toglierti un pezzo di apparato riproduttivo. Dove la tua identità di donna non viene continuamente messa in crisi, in dubbio. Dove c'è pace. Dove non sei costretta a prendere decisioni così. Definitive.
Fermo-immagine: Ho la testa piegata, sguardo basso, sento il sale caldoumido sulle guance, nella bocca. Brucia. Tutto intorno il mondo gira, la vita continua, si muove mentre io sono immobile, paralizzata. Schiacciata da un destino che non credevo fosse il mio, non pensavo potesse toccarmi. E mi chiedo cosa ne farò di tutto questo, come lo trasformerò. Io non voglio trovarmi qui, a dover fare una scelta simile, che neanche nei miei incubi peggiori avrei partorito. Lo so che le mie tube sono anarchiche, che non servono a niente, ma io avevo fatto pace con loro, imparato ad amarle lo stesso. Avevo trovato un nuovo equilibrio, in cui riuscivo a sentirmi donna, completa e intera comunque, anche se diversamente fertile. E adesso? Sono MIE, sono parte di me. Non voglio toglierle, non voglio e non posso. La sottile differenza tra Sterile e Sterilizzata. Nina è Due in Una.
- Tanto non ti servono a niente, tre buchi in laparoscopia e ti levi il pensiero. Pulita e pronta per la Fivet -
Tre buchi. Pulita. Io non mi sento sporca. Io non mi sento malata. A dire il vero non mi sono mai sentita meglio di così. Questo il paradosso: sentirmi in forma, sana, come mai prima d'ora e scoprire che dentro qualcosa sta andando in malora. Ditemi che è un brutto scherzo, un tiro basso. Ditemi che è un cazzo di incubo e dopo mi sveglio e tutto è come prima. Come Prima: Io che sorrido, io che sento di nuovo la vita scorrermi dentro, io che torno a credere, a fidarmi, a sentire che c'è una speranza anche per una come me. Io che recupero l'innocenza perduta. Io che sogno. Io spensierata, io che so trovare il bello, il romantico, anche in un percorso così duro e schifoso. Questo era il Prima. E il Dopo? Io che devo salutare le mie tube. Lasciarle andare e con loro un pezzo consistente di me, del mio essere donna, dell'immagine che ho nutrito e conservato in me per anni e anni. Nina Senza Tube. Come si fa. Come tornerò a sentirmi intera? Io non lo so.
Sabato Non riuscivo ad alzarmi dal letto. Non trovare un motivo, una ragione per farlo e non avere neanche voglia di cercarla. Questo è il peggio che poteva capitarmi ora. Madre dove sei? Solo dolore e sconforto per Nina. Nel pomeriggio Lui mi porta al mare, perché sa che lì posso tornare a cercarmi e, in parte, trovarmi. Ma io mi sento una disadattata, marchiata, segnata. Come se il mio segreto io lo portassi scritto sul volto. Diversa, aliena nel mio corpo. Pensavo a lui come a una macchina, a cui si richiede efficienza, elevate prestazioni. Ma si, toglietemi pure il pezzo difettoso, uno vale l'altro, come un dente cariato, che differenza fa? Per i dottori è Pulire, per me è Mutilare. Si, io pensavo al mio corpo già senza una parte, quella data per spacciata da tempo, ma ora divenuta una minaccia per me, per un' eventuale gravidanza. E prima ancora per la mia salute. Ma si, manipolate pure, togliete, tagliate, frazionate, aggiungete. Fate di me una Perfetta Macchina Riproduttrice. Ma sempre Artificiale. Nina Cyber Punk.
Perché quando vai in frantumi, non c'è altro che puoi fare che startene lì ad ascoltare il suono che fai.
C'è di buono che non mi sono chiusa a riccio nel mio dolore, lascio che l'esterno entri a contagiarmi.
C'è di buono che ho voglia di reagire.
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postilla: ringrazio quante mi hanno già scritto per unirsi alla Copertina della Speranza. Scusatemi se ancora non vi ho risposto, lo farò presto. Grazie di cuore a tutte.