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Che un po' di Puglia non fa male

Creato il 26 gennaio 2011 da Andima
Quando ti trovi sabato sera in una serata dall'aria italiana a Bruxelles e dal nome curioso, le sud c'est chic, c'è sempre chi in questo tipo di eventi, di serate con il tema del Bel Paese, non ci vuole proprio andare, perché all'estero si vive all'estero e tutto ciò che ha i colori di casa bisogna evitarlo, anche se poi a casa si mangia pasta e si parla italiano, come c'è sempre chi a queste serate dal suono familiare vuole andarci a tutti i costi portando con se amici e passione, perché all'estero ci si è andati senza mai dimenticare casa, anche se si vive altrove e spesso bisogna far finta (o magari ricordarsi) d'essersi spostati per davvero.
Ma poco importa quanto italiani ci si possa sentire e da quanta Italia si voglia fuggire e importa ancora meno a tutta quella gente straniera, affollata gioiosa al bancone o a riempire di corsa la pista, d'ogni alfabeto e nazione, magari belgi d'origini italiane venuti a ricordare le canzoni del nonno e panorami fantasticati, quando la musica si diffonde sovrana è tutto un bagno d'allegria, perché alla pizzica salentina non si può resistere immobili: bisogna ballare, sorridere, lasciarsi trascinare, anche se magari non si capiscono tutte la parole, ma un dialetto è storia e cultura, è musica e basta a far ballare, tutti insieme.


E a qualche migliaia di chilometri da casa, ecco che si ritrovano in una ballata popolare italiani d'ogni angolo dello stivale, perché un po' di Puglia non fa male, a te campano e lui fiorentino, a lei romagnola e l'altro di Torino, non fa male a chi ha lasciato lu sule, lu mare, lu ventu e non fa male a chi forse più giù di Roma non c'è mai andato, non farebbe male a chi al governo urla e rilancia al razzismo nazionale e a chi di loro col fazzoletto verde viene fin qui a Bruxelles a riscaldare una poltrona per qualche ora, né a chi si ritrova nel piacere di un folklore sconosciuto, parte di quella terra che ha lasciato e piacevole scoperta in una capitale straniera piena d'Italia, più di quanto si possa immaginare, per alcuni anche troppo. Così chi davvero storceva il naso al solo nominare qualcosa del tricolore, ecco che si ritrova euforico a ballare con chi per quel tricolore ancora morirebbe irrazionalmente (o almeno nel parlare), entrambi, insieme in un sorriso: potenza della pizzica salentina e non importa se a fine serata ognuno tornerà alle proprie convinzioni estreme, un po' di Puglia non gli avrà fatto male e si ritroveranno magari a canticchiare quel ritornello dell'ultima canzonese nu te scierri mai delle radici ca tieni rispetti puru quiddre delli paisi lontani, senza capirne il senso, forse dimenticandole dopo qualche ora e rimpiazzandole con parole nuove inventate o magari interpretandole davvero, ciascuno a modo suo.

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