Magazine Cinema
Va a bere in un bar per dimenticare quello che è successo e vi trova un suo vecchio compagno di liceo che ha l'aria di essere un fallito come lui, se non di più.
Ma nel bar c'è anche una coppia di svitati, lui attempatello ma non troppo, lei una specie di dark lady fatta di droghe e annoiatissima, che scommette su tutto e sembra avere un monte di soldi.
Craig e il suo amico accettano di seguirli a casa per giocare ancora: il gioco è continuamente al rialzo in una serie di punizioni fisiche e prove di coraggio sempre crescenti.
La posta finale è 250 mila dollari : occorre scoprire come giuadagnarseli.
Era il 1993 quando il master del cinema patinato ( eroticuccio andante) Adrian Lyne in Proposta Indecente fece offrire da Robert Redford un milione di dollari per portarsi a letto una giovane e desiderabile Demi Moore.
Ecco dimenticatevi tutto il contorno e prendete il nocciolo della questione: che cosa si è disposti a fare per soldi?
Questo è Cheap Thrills, spaventi a buon mercato, nome di una band rock di livello di anni e anni fa , ora diventa il titolo di un film imperniato su un gioco al massacro in cui nessuno ne può uscire pulito.
Cinema della crisi?
Critica virulenta al supercapitalismo che inghiotte vite e coscienze?
O semplicemente cazzeggio ipermegagalattico che cerca di mettere in scena violenze per lo più gratuite?
La sceneggiatura non troppo elaborata e la presenza in tutto di quattro attori più due-tre comparse magari fa propendere per l'ultima delle alternative.
E.L.Katz e i suoi sceneggiatori abbozzano personaggi e si divertono a creare situazioni sempre più paradossali sotto forma di scommesse: per quanto sei disposto a tagliarti un mignolo o a fottere la bella signora? ( paradosso gigantesco perché la signora l'avrebbero volentieri fottuta aggratis, anzi pagando di tasca propria)
Lo vogliamo prendere allora come un semplice divertissement o come un attacco virulento al turbocapitalismo che in nome del dio denaro asfalta tutto e tutti?
Beh nonostante un po' si rida e un po' si resti non dico schifati ma abbastanza turbati dalla miseria umana che vediamo su schermo ( in una gara a chi è più marcio, se i due finanziatori di tali scommesse schizofreniche o i due sfigati che per un pugnetto di dollari si venderebbero pure la nonna ) rivolgendo automaticamente a se stessi la stessa domanda che è il cardine di tutto il film.
In un momento di difficoltà, e tutti prima o poi ne passiamo uno, che cosa saresti disposto a fare per denaro?
In Proposta indecente che parlava di un mondo di ricconi ancora neanche sfiorato dalla crisi , il miliardario Robert Redford, ancora un bel figliolo, sarebbe stato disposto a pagare un milione per una notte con la mogliettina di uno sfigato, in Cheap Thrills in cui si parla di poveracci e di spaventi a buon mercato programmaticamente dal titolo si mette in scena una specie di asta al ribasso per tagliarsi di netto un mignolo.
Grottesco, certamente.
Ma quante volte abbiamo letto sui giornali di gente in difficoltà economica che si vendeva un rene su internet?
Cheap Thrills è una visione breve, neanche 90 minuti, che scorre via veloce come la pallottola di una 44 Magnum, sorretta da buoni attori ( ci sono il Pat Healy e la Sarah Paxton di The Innkeepers impegnati in parti diametralmente opposte a quelle del film di Ti West), in cui il grottesco e il thrilling si fondono con la commedia nera che poi si tinge anche di rosso.
Il rosso del sangue della faccia di Craig per esempio.
O della sua mano.
Il nero dello humour è però dominante
Ma parliamo di un nero accecante.
Si ride a denti strettissimi .
Ma forse è solo uno spasmo della mandibola.
PERCHE' SI : ritmo infallibile, buono il livello di recitazione, si ride a denti strettissimi
PERCHE' NO : a volte si va troppo oltre il paradosso, la sceneggiatura non è di quelle più elaborate.
( VOTO : 7 / 10 )
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