Il cambiamento ci mette poco ad arrivare.
La percezione con la realtà aumenta, e non solo attraverso l’interattività globale ormai in atto ma innanzitutto nella comunicazione (comunicazione e non “linguaggio” che oltre a sembrar paternale è troppo generale).
Non è vero che la televisione ha cambiato la nuova generazione, è vero invece che la nuova televisione sta adattando i suoi contenuti al presente, e lo si può capire guardando la tv da lontano (non nel senso fisico..) accorgendoci del modo in cui la tv filtra l’informazione e come i messaggi più coloriti rappresentano i “valori del nuovo millennio”.
Con “Resto umile world show” – che scelgo come programma esempio di questo cambiamento – tutti i valori sono all’interno di un unico contenuto. Dalla parodia di un Nichi Vendola che comunica con i bambini in un linguaggio “aulico” (oggi fuori luogo) alle spiazzanti verità di Giorgio Gaber, ai tempi che furono. Da una parte, la realtà costruita con il linguaggio; dall’altra la comunicazione vera e propria, nonché “le cose così come stanno” senza giri di parole.
Attraverso il filtro di ironia e satira, Checco Zalone ha voluto trasmettere un solo messaggio tra tanti: studiare, perché “studiare è come andare in bagno, il pezzo di carta serve sempre” che per come siamo messi oggi, c’è bisogno di gente capace e intelligente, così come la parte umana di Checco Zalone (previa da pregiudizi) che ha capito bene quello che serve al pubblico, ha beccato la frequenza giusta della comicità italiana. Ora, speriamo di non beccare cloni dello stesso genere. La tv ha bisogno di qualcosa di diverso, di nuovo, mai visto prima.
Magazine Racconti
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