Anteprima last minute per un film da oggi nelle sale. Siamo a fine stagione e mentre sul lato comico stanno uscendo opere che sarebbero state facilmente messe in un angolo da ben più solida e strutturata concorrenza, sul fronte adrenalinico va decisamente meglio. Dopo “Paura 3D” dei fratelli Manetti (opera che secondo noi sarebbe sopravvissuta anche uscendo in autunno) questa settimana è la volta di “Chernobyl Diaries”.
Che fine hanno fatto Chernobyl, Pripyat e tutte le limitrofe cittadine a noi sconosciute sino al 1986? L’Ucraina, soprattutto all’epoca, era un luogo misterioso e privo di attrattive per il turismo di massa e il blocco sovietico di certo non favoriva le gite organizzate in quelle lande desolate. Oggi, invece, complice un turismo di “nicchia” a caccia di violente scariche di adrenalina, esploratori che nel proprio tempo libero mirano a tramutarsi nell’incrocio tra Indiana Jones e Terminator, fanno la fila per aggiudicarsi un posto sul pullman che li porta a pochi passi dal famigerato reattore numero 4 in una città fantasma, Pripyat, in cui nonostante siano trascorsi quasi trent’anni, tutto è rimasto sospeso nel tempo. Perché questi sono luoghi abbandonati interamente nell’arco di una sola notte, lasciandosi alle spalle proprio tutto.
Pripyat non è un set cinematografico e Brad Parker di certo non ha ottenuto l’autorizzazione per girarvi le proprie riprese, ma il web offre immagini eloquenti su quanto sia luogo sinistro e palcoscenico di eccezione per un film che voglia mantenere lo spettatore sulla corda, trattenendo il fiato sino all’ultimo fotogramma (ma proprio l’ultimo!). Città abbandonata, dall’aspetto inquietante, soprattutto dopo il calar del sole, impolverata e conquistata da famelici animali randagi, insomma, pane per i denti del regista e sceneggiatore di “Paranormal Activity”. Prima di proporci il quarto episodio della (oramai) saga che gli ha aperto le porte di Hollywood, Oren Peli ha co-sceneggiato questa storia che, nonostante le aspettative e un meccanismo oramai più che noto, funziona.
Protagonisti sono sei ragazzi a cui viene offerta una giornata sopra le righe, una gita che diverrà un incubo in cui i partecipanti periranno uno dopo l’altro grazie ad un mix di eccessiva innocenza e sfortuna. Questo giro lascia in pace il soprannaturale senza rinunciare ai mostri: quelli compaiono in brevi flash quasi in bianco e nero, perché è comprovato che il vedo e non vedo intrighi molto di più. E il plus di questo film è sicuramente la possibilità di posizionare su una cartina il luogo e gli edifici in cui si svolge la vicenda, mai massima immedesimazione si poteva pretendere da coloro che sono in sala: la città esiste e si presenta proprio come è stata riprodotta sullo schermo… da brividi lungo la schiena!
Nonostante la disponibilità economica, i mezzi e un cast tecnico da urlo, il marchio di Peli è ben visibile: lo stile è quello del mokumentary, la camera ondeggia sempre di più man mano che il respiro dei protagonisti si fa più corto, gli interni son insidiosi, il buio è imperante e la torcia prima o poi colpisce tutti – ogni tanto pure noi. L’alternanza di silenzi, rumori e respiri affannati contribuisce a mantenere ai vertici la tensione ed i più impressionabili spero avessero una cariola di zucchero nascosta in borsetta
Un film decisamente ricco di suspense agli occhi di avventori occasionali, intrattenimento ben confezionato per gli habitué. Non eccessivo, consigliato anche a chi stia muovendo i primi passi in questo genere (vedere il trailer per credere
)