Chi ben comincia #21

Creato il 26 giugno 2014 da Crazygio @RuggieroGiorgia

Buongiorno bellissimi!E' nuovamente giovedì, quindi è tempo di Chi ben comincia, rubrica ideata da Alessia del blog de Il profumo dei Libri. Adoro questo rubrica, mi piace scegliere un libro da condividere con voi e scoprire insieme gli incipit che sono il biglietto da visita, insieme alle cover, per ogni buon libro.
Le poche regole della rubrica:- Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria- Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)- Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato- Aspettate i commenti 
L'incipit che voglio condividere con voi oggi è quello della mia attuale lettura, ovvero Città di cenere di Cassandra Clare. Ammetto che l'inizio è stato molto d'impatto, in quanto a distanza di circa un anno dalla lettura del primo volume mi sono sentita leggermente spaesata come se avessi dimenticato per strada qualche pezzo ma andando un po' avanti va già molto meglio.

La formidabile struttura di vetro e acciaio su Front Street si ergeva dalle fondamenta come un ago scintillante che trafigge il cielo. Il Metropole, la più costosa delle nuove torri di Downtown Manhattan, contava cinquantasette piani. L'ultimo ospitava l'appartamento più lussuoso: l'attico del Metropole, un autentico capolavoro di elegante design bianco e nero. Troppo nuovi per avere già raccolto polvere, i suoi nudi pavimenti di marmo, lucidissimi, riflettevano le stelle del cielo notturno attraverso le enormi finestre a parete. Le vetrate, perfettamente trasparenti, davano l'incredibile illusione che nulla si frapponesse tra l'osservatore e la vista, che faceva venire le vertigini anche a chi non aveva paura dell'altezza.Molto più in basso, scorreva il nastro d'argento dell'East River - ornato dai braccialetti dei ponti luccicanti e disseminato di barche piccole come cacchine di mosca - che separava la scintillante isola di luce di Manhattan da quella di Brooklyn. Nelle notti chiare, più a sud, si poteva scorgere la Statua della Libertà illuminata. Quella notte, però, c'era nebbia, e Liberty Island era nascosta da un candido banco di foschia.Malgrado la vista spettacolare, l'uomo in piedi davanti alla finestra non sembrava particolarmente colpito. Quando voltò le spalle alla vetrata e attraversò a grandi passi la stanza facendo echeggiare i tacchi degli stivali sul pavimento di marmo, il suo viso affilato, ascetico, era accigliato. «Non sei ancora pronto?» chiese passandosi una mano tra i capelli del colore del sale. «È quasi un'ora che siamo qui.»Il ragazzo inginocchiato alzò lo sguardo su di lui, agitato e stizzito. «È colpa del marmo. È più solido di quanto pensassi. È difficile disegnarci il pentagramma.»«E allora salta il pentagramma.» Da vicino era più facile vedere che, nonostante i capelli bianchi, l'uomo non era vecchio. Il suo viso era duro e severo, ma senza rughe, gli occhi erano chiari e fermi.Il ragazzo deglutì a fatica e le nere ali membranacee che gli spuntavano dalle scapole strette (aveva ritagliato due fessure sul dietro del giubbino di jeans per farcele passare) sbatterono nervosamente. «Il pentagramma è parte integrante di qualsiasi rituale per evocare i demoni. Lo sapete, signore, senza di esso...»«... non siamo protetti. Lo so, giovane Elias. Ma tu continua. Ho conosciuto stregoni capaci di evocare un demone, farci due chiacchiere e rispedirlo all'inferno nel tempo che ti ci è voluto a disegnare metà di quella stella a cinque punte.»Senza replicare, il ragazzo partì di nuovo all'assalto del marmo, stavolta con rinnovata urgenza. Il sudore gli gocciolava dalla fronte. Si tirò indietro i capelli con una mano dalle dita unite da delicate membrane simili a ragnatele. «Fatto» disse finalmente, sedendosi sui talloni con il respiro affannoso.«Bene.» L'uomo sembrava soddisfatto. «Cominciamo.»«I miei soldi...»«Te l'ho detto. Avrai i tuoi soldi dopo che avrò parlato con Agramon, non prima.»
L'avete letto? Amato? Aspetto i vostri commenti, e se volete condividete con me il vostro incipit.
Stay tuned!Xoxo, Giò

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