Io si! Questo è, forse e purtroppo, il mio terzultimo giorno di mare e ho l'intenzione di trovarmi sulla spiaggia alle 8 e mezza in punto. Ok, sono già le otto e mezza passate. Diciamo alle 9 e mezza. E farò la stessa cosa anche domani e dopodomani, quindi posterò sempre prestuccio. Non ci posso credere che l'estate sia già finita...Ok, non ci penso, altrimenti mi vengono i lacrimoni!
Il libro di cui oggi riporterò l'incipit è piuttosto sconosciuto, almeno così mi è parso: "Partitura d'addio" di Pascal Mercier. Ricordo che lo comprai un paio di anni fa in un autogrill perché avevo bisogno di qualcosa da leggere durante il viaggio di ritorno ma, una volta arrivata a casa, non lo terminai. Non perché non mi piacesse, ma non saprei dirvi perché. Adesso ci voglio riprovare, mi è venuto il desiderio di leggerlo!
Gettiamo le ombre dei nostri sentimentiSugli altri e similmente fanno loro con noi
Talvolta rischiamo di esserne soffocati
Ma senza quelle ombre non si darebbe luce nelle nostre vite
Ci siamo incontrati in un chiaro e ventoso mattino in Provenza. Ero seduto all'aperto davanti a un Café a Saint-Remy e osservavo i tronchi dei platani spogli nella luce scialba. Il cameriere che mi aveva portato il caffé se ne stava ritto dietro la porta. Nel suo consunto panciotto rosso sembrava aver fatto il cameriere tutta la vita. Di tanto in tanto aspirava una boccata dalla sigaretta. A un certo punto fece cenno ad una ragazza seduta di traverso sul seggiolino posteriore di una Vespa crepitante, come in un vecchio film dei tempi in cui andavo a scuola. Sparita la Vespa, indugiò er un attimo ancora sulla sua faccia. Pensai alla clinic in cui già da tre settimane andavano avanti senza di me. Poi rivolsi nuovamente la mia attenzione al cameriere. Il suo volto era impenetrabile, lo sguardo vuoto. Mi chiesi come sarebbe stato vivere al suo posto.Martijn Van Vliet fu dapprima un ciuffo di capelli grigi in una Peugeot rossa targata Berna. Cercava di infilarsi in un parcheggio e per quanto vi fosse spazio a sufficienza si mostrò alquanto maldestro. L'incertezza in quella manovra contrastava con l'imponenza dell'uomo che scese dalla macchina e con passo sicuro si aprì un varco in mezzo al traffico dirigendosi verso il Café. Mi sfiorò con uno sguardo scettico nei suoi occhi scuri ed entrò nel locale.
Lo conoscevate? Lo avete per caso già letto?
Io trovo l'incipit molto interessante. Chi è che sta parlando? Ho l'impressione che sia triste, sconsolato, alla ricerca di qualcosa. E chi è il personaggio appena entrato nel Café, Martijn Van Vliet? Non vedo l'ora di scoprirlo!
Alla prossima!