Chi crede ai miracoli?

Creato il 11 maggio 2011 da Dragor

.    E’ raro che mi succeda di ridere da solo, ma stavolta mi è capitato. Mi trovavo in un cybercafè situato in una vecchia casa coloniale del centro di Kigali con 2 ventilatori sul soffitto a cassettoni e tende dagli splendidi disegni agitate dal vento caldo che tirava all’esterno, una deliziosa atmosfera anni 30, e sorseggiavo un fresco succo di mango con la cannuccia mentre guardavo il mio famoso blog Journal Intime. A un tratto, nel commento a un mio post contro Wojtyla, mi capita di leggere questa frase: “l’iter laborioso che viene seguito dalla Chiesa prima di parlare di ‘miracolo’”. 

   E’ stato più forte di me. Ho cercato disperatamente di trattenermi ma non ce l’ho fatta. Dalla bocca mi è scappata una specie di pernacchia mentre sputavo  il succo di mango sul computer, sulla tastiera e anche sul mio vicino che mi ha guardato allibito. ““Niente, ho trovato un tizio che crede ai miracoli.“, ho detto. Ha sghignazzato anche lui e il suo vicino gli ha chiesto il motivo. Lui glielo ha detto e dopo un momento stava sghignazzando tutta la fila. L’ilarità si è comunicata alle altre file e dopo un momento stava sghignazzando tutto il cybercafè, sghignazzavano perfino i passanti all’esterno e ci mancava poco che ridesse tutta Kigali. Incredibile, c’è qualcuno che crede ai miracoli.

   E non un qualcuno qualsiasi. Da giorni il gentile lettore si presentava come uno scettico a oltranza. Gli avevo dimostrato in tutti i modi che Wojtyla proteggeva i preti assassini ma per lui quelle non erano prove. “Lo hai visto? Eri là? Hai le foto, le registrazioni, le fotocopie delle raccomandate?” E tutti i giornali che lo denunciavano come protettore di assassini? E il TPI che accusava i più alti vertici del Vaticano di favoreggiamento e intralcio alla giustizia? “Non significa niente, sono come Novella 2000. Tu credi a Novella 2000?” Alla fine ho scritto: “I cristiani  si confezionano le  prove su misura, un’abitudine che dura dai tempi dei Vangeli. Occorre un miracolo per beatificare Wojtyla? Zac, il polacco ti guarisce una monaca francese e può entrare nell’Olimpo dei beati.” In compenso gli sbandieri sotto il naso una prova grossa come una casa e si rifiutano di vederla perché non conferma le loro credenze. Ecco il rapporto che hanno con la realtà, roba da asilo psichiatrico. Così, quando ho visto questo campione dello scetticismo scrivere “l’iter laborioso che viene seguito dalla Chiesa prima di parlare di ‘miracolo’”  mi sono messo a ridere e non ho ancora finito. Scusatemi, ma questa è fortissima. L’humour più irresistibile è quello involontario.

Dragor


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