Chi di immondizia ferisce...

Da Lacucinadiqb
Un vecchio detto contadino dice che "chi ha un buon orto ha anche un buon maiale" perchè prima che nel mondo moderno lo scarto umido delle nostre cucine diventasse, mixato a quello secco non riciclabile, un portatore insano di percolato cancerogeno, le "immondizie" erano una cosa seria.L'umido praticamente non esisteva: le bucce degli agrumi finivano nella cucina economica (quella con l'apertura ad anelli) facente funzione glade-profuma-ambienti ante litteram e tutto il resto finiva nella corte per i pennuti, per i gatti che non avevano mai visto un chef gourmet, per i cani dal dna indefinito ed ovviamente per i miaiali che non erano certamente abituati a perle e le loro carni erano comunque preziosissime.E quello che non poteva essere mangiato veniva scambiato: un uovo per il corrispettivo in peso di zucchero o di caffè, un paio di zoccoli estivi per un paio di galosce invernali, del ferro vecchio per una bambola di pannolenci, che ti seguiva tutta l'infanzia e finiva, protetta da un telo leggero, nel baule del corredo.E poi siamo diventati ricchi: rastrelliere di scarpe che passeranno di moda prima di consumarsi, armadi costipati di abiti che ricordiamo di non aver indossato solo al cambio di stagione, automobili nuove che vengono sostituite perchè è il bianco il colore cool della carrozzeria. E siamo diventati scemi: ci siamo fatti mangiare dal cibo (come dice Carlo Petrini) e rischiamo di farci mangiare dalla spazzatura perchè lei, a differenza di noi, è eterna: centinaia d'anni per un mozzicone di sigaretta, migliaia per una bottiglia di plastica, danni irreparabili alla nostra Madre Terra.Di Tutankhamon, antico regnante seppellito con quello che noi abbiamo in un garage, c'è nè stato uno solo. Noi saremo solo delle sbiadite e poco originali copie.Rotolo di filetto di maiale profumato in camicia di verzaIngredienti1 filetto di maiale di circa 700 gr, qualche foglia di verza, un cucchiaio di semi di coriandolo, 1/2 cucchiaio di semi di senape, 1 cucchiaio di foglie fresche di timo, sale affumicato, 1 spicchio d'aglio, 1/2 bicchiere di vino bianco secco, 1/2 bicchierino di brandy, qualche bacca di ginepro, olio evo.ProcedimentoSbollentare nell'acqua calda salata delle foglie di verza private della parte centrale più dura, far asciugare sopra un canovaccio pulito.Tritare finemente le foglie di timo e schiacciare con un matarrello i semi. Mescolare bene il tutto aggiungendo un po' di sale.Pulire il filetto di grasso e tessuti connettivi, profumare la superficie di una padella antiaderente con un spicchio d'aglio e rosolare bene con un filo d'olio evo la carne. Sfumare con il brandy. Rotolare poi il filetto nel preparato di aromi.Prepare 7-8 fili di spago da cucina già tagliati, predisporre un letto di foglie sovrapposte, adagiare il filetto, chiudere il "pacchettino" e legare bene con lo spago.Nel forno statico già caldo a 140° cucinare il rotolo, per almeno 1 ora e mezza, in una pentola di coccio coperta, dopo aver unito nella pentola il vino e qualche bacca di ginepro.Servire a fette con delle verze "scaltrite".Ah, e non perdetevi questo film!

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