Rientrando dalla manifestazione del Colosseo FERMIAMO LA STRAGE SUBITO, sulla metro ho incontrato decine di coppie con passeggini doppi e tripli (non esagero). Tutta gente gentile, uomini più giovani di me, ma già stempiati o fuori forma, oppure atletici, ma ammansiti da polo color pesca e da donne sciatte o vintage avvinghiate al loro braccio. Sì, donne un po’ “all’antica”, senza trucco e con occhiali dorati, gonne lunghe e orecchini di corallo. In braccio un bambino, un altro al fianco e un altro nel passeggino. Gente cordiale, dicevo, che non vedeva l’ora di sorriderti o farti una gentilezza, come liberarti lo spazio davanti o cederti il posto. Erano partecipanti di quell’altra manifestazione che c’era stata a San Giovanni, intitolata “Difendiamo i nostri figli” (sottinteso, “dalla legge che introduce l’educazione di genere nelle scuole”). Raccolti in massa da una campagna truffaldina, che paventava l’introduzione dell’educazione alla mastrubazione all’età di 4 anni e giochi erotici in classe, protestavano anche contro il ddl Cirinnà sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso.
Davanti a questi Ned Flanders dell’Anagnina, che avranno frequentato un liceo come il mio, che avranno studiato a un’Università come la mia, e che poi sul loro percorso avranno trovato un neocatecumenale che li ha introdotti al dogma, non mi sono arrabbiato, mi sono intenerito. Ho provato tenerezza per quei bambini sfortunati tra le loro braccia, costretti a vivere e crescere nell’ignoranza. Ero stanco per arrabbiarmi. Mi sono guardato intorno in cerca di un un uomo complice da baciare lì, in pubblico, per destabilizzare quell’equilibrio di sorrisi, ma non ho colto nessun segnale che potesse assecondare quella follia. Poi sono sceso a Subaugusta.
Queste centinaia di migliaia di persone sono state raggirate da politici e ecclesiastici che speculano sulla vita delle persone e non temono di dichiarare il falso (come hanno fatto) pur di pesare (e far pesare) la loro forza sociale.
Mentre al Colosseo manifestavamo (in pochi) per la dignità di ogni essere umano, a San Giovanni si celebrava l’ignoranza colpevole, che ha già ferito e continuerà a ferire milioni di giovani cuori.
Disegno di Mauro Biani