Il contest del momento come da titolo, è stato lanciato su Twitter da NatureChemistry un paio di giorni fa, scaturito da una conversazione improvvisata tra alcuni big di Nature, che per primi (quest’anno) si sono posti la fatidica questione: quali sono le principali icone nella storia della fisica e naturalmente della chimica?
Ben presto i quattro [1] si rendono conto che per la fisica (non se la prendano gli estimatori) il problema è di facile e immediata soluzione. Fra i contendenti ne spiccano due, Einstein e Newton, che da soli raccolgono senza indugi la maggior parte delle preferenze, a questo link, con la “modica spesa” di una registrazione gratuita potrete trovarne qualche testimonianza.
Il testo originale del sondaggio recita:
…time for an unscientific & arbitrary Twitter poll – Who is the greatest chemist of all time? #IYC2011
Nel contempo emerge la consapevolezza che per la chimica la faccenda si complica, e parecchio. Bisogna riconoscere che la notorietà tra i chimici è molto più ripartita, certo esistono alcuni nomi più noti di altri, ma per questa disciplina siamo di fronte ad un insolita quanto democratica condivisione della fama. La preferenza in questo frangente diventa quasi sempre principalmente soggettiva, spesso viene pilotata dalle comuni origini territoriali, oppure viene rievocata da reminescenze scolastiche scolpite indelebilmente nelle profondità della memoria, talvolta è la semplice comunanza del settore della ricerca o dello specifico ambito lavorativo che ne decreta un certo favoritismo, quasi partigianistico.
Per gli sprovveduti, i curiosi e tutti quelli a cui il nome di un chimico celebre non sovviene immediatamente, vorrei dedicare questa selezionata rassegna, un elenco (ahimè) fin troppo breve e tutt’altro che esaustivo di chimici memorabili, che conosco meglio o che trovo più significativi e simpatici. [2] Lascio ai miei lettori la gradita facoltà di commentare la propria preferenza, lasciare un contributo aggiuntivo o segnalare involontarie omissioni.
Lo han fatto quelli di Nature, subito seguiti da un noto blog di chimica ispanico, e da chissà quanti altri in futuro. Ebbene, da buon impertinente, potevo io sottrarmi dal rilanciare un così opportuno e interessante sondaggio? In parallelo vorrei anche lanciare un contest nostrano, proprio in onore dell’Anno Internazionale della Chimica (IYC2011, per gli amici) visto dal belpaese, ma soprattutto per inaugurare l’ultimo arrivato tra i carnevali scientifici: il neonato carnevale della chimica!
Dunque, la seconda importante domanda, in estrema sintesi, è: qual è il più grande chimico italiano della storia?
I primi 86 voti accreditati nel sondaggio da parte della frizzante comunità di blogger e twitteristi (o come diavolo si chiamano), tra i quali anche quello del sottoscritto, si sono spalmati su ben 36 proposte, con 4 personaggi che spiccano sugli altri.
Linus Carl Pauling
Al primo posto, con 16 preferenze, Linus Carl Pauling (28/02/1901 – 19/08/1994), chimico statunitense, considerato il padre del legame chimico e della controversa medicina ortomolecolare. Ha ricevuto due premi Nobel, il primo per la chimica nel 1954 e il secondo per la pace nel 1962 (come riconoscimento alla sua incessante azione in favore del disarmo nucleare, un mito!). Tra le sue più ardite rivelazioni, troviamo la spiegazione dell”affinità chimica e la compilazione della più nota scala che assegna l’elettronegatività agli elementi.
Dmitrij Ivanovič Mendeleev
Segue al secondo posto, con 11 voti, Dmitrij Ivanovič Mendeleev (8/02/1834 – 02/02/1907), il famoso chimico russo che ha classificato gli elementi intuendo la ricorrenza di alcune proprietà periodiche, e nonostante le numerose lacune nella lista degli elementi chimici, riuscì ugualmente a formulare la prima versione della sua tavola periodica degli elementi che si è evoluta fino a diventare quella che oggi fa da copertina a tutti i libri di chimica generale. Ivan, diciassettesimo e ultimogenito di una famiglia siberiana, caduta in povertà dopo l’incendio della vetreria gestita dalla madre, non ebbe di sicuro una adolescenza facile. Si trasferì a San Pietroburgo insieme alla sua famiglia quando aveva 15 anni, in seguito si laureò, ma fu costretto a spostarsi a causa di una brutta tubercolosi. La fortuna smise di voltargli le spalle, e finalmente ottenuta la cattedra all’Università di San Pietroburgo nel 1867, si dedicò al suo progetto di sistematizzazione delle informazioni dei 63 elementi chimici allora noti. Lo scienziato russo preparò 63 carte, una per ciascun elemento, sulle quali dettagliò le caratteristiche di ciascun elemento. Ordinando le carte, secondo il peso atomico crescente, si accorse che le proprietà chimiche degli elementi si ripetevano periodicamente. Sistemò i 63 elementi conosciuti nella sua tavola e lasciò tre spazi vuoti per quelli ancora ignoti. Un vero pioniere!
Ritratto di Lavoisier con la moglie
Antoine-Laurent de Lavoisier (26/08/1743 – 8/05/1794) con i suoi 7 voti, è un chimico francese che può vantare l’identificazione dell’ossigeno come elemento, avvenuta durante la sua illuminata battaglia contro la teoria del flogisto. Enunciò inoltre la nota legge di conservazione della massa e aiutò a riformare la nomenclatura chimica, meritandosi l’attribuzione frequente che lo reputa come il padre della chimica moderna. Chimico, naturalista, agronomo, economista ed esattore delle imposte (ohibò!), Lavoisier delineò, a partire dagli anni ’60 del secolo, con una serie ininterrotta di ricerche, una nuova rivoluzionaria immagine della chimica.
Marie Skłodowska a sedici anni
Fra i giganti, non poteva assolutamente mancare Marie Skłodowska Curie (7/11/1867 – 4/07/1934), chimico-fisico polacca, in seguito naturalizzata francese, un premio Nobel per la fisica e uno per la chimica in riconoscimento dei servizi straordinari nelle ricerche sui fenomeni radioattivi e per l’avanzamento della chimica tramite la scoperta del radio e del polonio, dell’isolamento del radio e dello studio della natura e dei componenti di questo notevole elemento. Una vita dedicata alla scienza iniziata da autodidatta, Maria laureatasi in chimica e fisica, fu la prima donna ad insegnare nell’università parigina, la Sorbona, dove incontrò un altro docente, Pierre Curie che poi sposò e con cui condivise il suo primo Nobel. Ai coniugi Curie è stato dedicato un asteroide, il 7000 Curie, ed un minerale di uranio: la curite. A Maria-Sklodowska è stato dedicato un altro minerale di uranio: la sklodowskite oltre all’unità di misura della radioattività: il curie. Il gruppo pioniere della musica elettronica Kraftwerk cita Madame Curie proprio nel famoso brano Radioactivity che da il titolo all’intero album del gruppo tedesco. Non è un caso che l’anno internazionale della chimica si celebri in concomitanza del centenario del suo secondo premio Nobel, quello per la chimica.
Nella classifica, che ripeto, è assolutamente arbitraria e del tutto priva di scientificità, si distinguono con un numero di preferenze inferiori a 4, Robert Burns Woodward, Michael Faraday, Gilbert Lewis, Fritz Haber,Friedrich Wöhler, Alfred Werner, Henry Moseley, Paul Walden, Robert Robinson, Ludwig Boltzmann, Jacobus Henricus van ‘t Hoff, Jābir ibn Hayyān, E. J. Corey, August Kekulé, Robert Boyle, Walther Nernst, Svante Arrhenius, Shigeru Terabe, James Joule, Victor Grignard, William Perkin, Wallace Carothers, Emil Fischer, Wilhelm Ostwald, Niels Bohr, Ryōji Noyori, Paracelsus, Louis Pasteur, Humphry Davy e perfino Madre Natura!
Fra gli italiani Amedeo Avogadro (due voti) e Stanislao Cannizzaro (una sola preferenza) sono gli unici due citati, sebbene si notino numerose e altrettanto ingiustificate assenze, come ad esempio Wilard Gibbs, John Dalton e Joseph Priestley.
Amedeo Avogadro
Amedeo Avogadro o per esteso, Lorenzo Romano Amedeo Carlo Bernadette Avogadro di Quaregna e Cerreto (9/08/1776 – 9/07/1856) nato a Torino da una famiglia di aristocratici, scrisse una memoria nella quale formulò un’ipotesi che viene oggi chiamata Legge di Avogadro:
volumi uguali di gas, alla stessa temperatura e pressione, contengono lo stesso numero di molecole.
Inizia così la distinzione tra at omi e molecole, termini che allora venivano utilizzati quasi come sinonimi, generando una gran confusione. Avogadro ebbe una vita turbolenta, prese parte ai movimenti politici rivoluzionari del 1821 (contro il re di Sardegna) subendone le conseguenze, e nonostante il suo aspetto sgradevole (almeno a giudicare dalle rare immagini trovate), era conosciuto come un discreto tombeur de femmes, anche se uomo religioso e devoto a una vita sobria, lasciando ben otto figli.
In onore dei contributi di Avogadro alla teoria delle moli e dei pesi molecolari, il numero di molecole in una mole è stato ribattezzato Numero di Avogadro. Ad Amedeo Avogadro, dopo la seconda guerra mondiale, è stato intitolato il più importante istituto tecnico industriale della città di Torino, nonché uno dei più importanti in Italia, sito in corso San Maurizio 8.
Stanislao Cannizzaro all'età di 32 anni.
Stanislao Cannizzaro (13/07/1826 – 10/05/1910) è stato un chimico e politico siciliano, di cui è celebre la reazione che porta il suo nome: le aldeidi aromatiche, in una soluzione alcolica di idrossido di potassio, dismutano in una miscela di acidi e alcoli corrispondenti: ad es. la benzaldeide si decompone in acido benzoico e alcol benzilico.
Enunciò inoltre la regola, ora nota come regola di Cannizzaro, che permette la determinazione del peso atomico di un elemento chimico: “le varie quantità in peso di uno stesso elemento, contenute nelle molecole di sostanze diverse, sono tutte multipli di una stessa quantità, la quale deve ritenersi il peso atomico dell’elemento”.
Maria Bakunin (da un immagine de La Repubblica)
Maria Bakunin (02/02/1873 – 17/04/1960) è stata una chimica e biologa italiana, figlia del rivoluzionario e filosofo Michail Bakunin. Ottenne nel 1895 la laurea in chimica con una tesi sulla stereochimica, e acquisì un alone quasi leggendario, tramutandosi in una sorta di protomartire dell’emancipazione femminile e quasi un’icona della bizzarria. Maria Bakunin fece una carriera rapida, rapidissima per una donna in una realtà meridionale ancora impregnata di sapere astratto e di filosofia. Il suo desiderio di fare invece, la orientò verso la geochimica del territorio. Si dedicò alla creazione della mappa geologica d’Italia: i suoi studi si rivolsero in particolare alle rocce metamorfiche impregnate di ittiolo, tipiche, fra l’altro, delle montagne dei Picentini nell’area salernitana. Fu zia del noto matematico napoletano Renato Caccioppoli (nel 1938, dopo un discorso antifascista del celebre nipote, riuscì a farlo liberare convincendo gli inquisitori della sua incapacità di intendere e di volere). Esiste un sito interamente dedicato a lei da Pasqualina Mongillo, un’evidente estimatrice dell’unica donna chimico italiana passata alla storia.
Ascanio Sobrero
Ascanio Sobrero (12/10/1812 – 26/12/1888) chimico e medico piemontese, scoprì la nitroglicerina e il sobrerolo (idrato di pirrolo). Iniziò una serie di ricerche sull’azione dell’acido nitrico sui composti organici. Al suo rientro a Torino proseguì i suoi studi e nel 1846 realizzò la sintesi della nitroglicerina di cui riconobbe le caratteristiche di esplosivo e l’attività vasodilatatrice. Fu però lo svedese Alfred Nobel a formulare con essa i primi esplosivi moderni il cui impiego non necessariamente solo bellico aprì la strada alla possibilità di realizzazione delle grandi opere pubbliche del finire del secolo (basti ricordare ad esempio la realizzazione dei grandi trafori alpini). Nobel, divenuto ricco grazie alla nitroglicerina, gli riconobbe una pensione vitalizia quale ringraziamento.
Giorgio Errera (26/10/1860 – 01/12/1933) si laureò in Chimica all’Università degli studi di Torino. Nel 1925 fu l’unico professore della Facoltà di Scienze di Pavia a sottoscrivere il Manifesto degli intellettuali antifascisti redatto da Benedetto Croce, e la sua carriera universitaria terminò bruscamente nel 1931 quando si rifiutò di prestare il giuramento di fedeltà al Fascismo. Le sue pubblicazioni scientifiche vertono principalmente su argomenti di chimica organica; particolarmente importanti quelle sulla chimica dei terpeni.
A Raffaele Piria (20/08/1814 – 18/07/1865) dobbiamo l’isolamento e il riconoscimento dell’acido salicilico, il principio attivo dell’aspirina. Si distinse per la realizzazione di nuovi metodi sperimentali di aldeidi (la cui sintesi porta il suo nome), ed eseguì importanti ricerche sulla salicina e altri derivati naturali. Importanti si rivelarono anche le sue ricerche sulla populina.
Francesco Selmi (07/04/1817 – 13/08/1881) è noto per essere stato tra i fondatori della chimica dei colloidi e per la scoperta delle ptomaine, le sostanze che si formano nei processi di putrefazione. Rivoluzionò la chimica tossicologica diventando il fondatore della moderna tossicologia forense e fu anche autore di una rinomata Enciclopedia Chimica in undici volumi.
Giacomo Luigi Ciamician (1857 – 1922) si occupò di spettroscopia e di composti organici azotati, le sue ricerche si concentrarono sulle azioni chimiche della luce e sulla presenza di alcaloidi nelle piante. Si dedicò a lungo alla chimica del pirrolo e dei suoi derivati, facendo assumere in questo campo un ruolo di primo piano alla chimica italiana. Per i suoi lavori viene considerato un precursore e profeta dell’energia solare.
Icilio Guareschi (24/12/1847 – 20/06/1918) collaboratore di Selmi, viene ricordato per una serie di ricerche originali nella campo della chimica organica e tossicologica. Come ricercatore Guareschi fu alquanto eclettico. Fra gli argomenti di studio si ricordano qui l’asparagina, l’urea, la naftalina, le tioaldeidi, ciano-etilammine, le piridine, le ptomaine e i composti idropiridinici (il cui metodo di sintesi è noto come reazione di Guareschi). Fu sicuramente anche uno dei padri fondatori della storia della chimica in Italia.
Sansone Valobra è de facto l’inventore dei fiammiferi. Nato a Fossano, studioso di chimica, si concentrò soprattutto sullo studio del fosforo, per scoprirne un utilizzo per l’accensione a sfregamento dei fiammiferi. Compose una miscela di fosforo, clorato e gomma che applicò all’estremità di bastoncini di legno, e verso la fine del 1828, aprì una fabbrica a Napoli per commercializzare la sua invenzione. Vi rimando a un bellissimo post sulla chimica dei fiammiferi curato da Paolo Pascucci! Purtroppo Valobra morì senza che gli venisse riconosciuto nessun merito per l’invenzione.
Giulio Natta
Infine, avrei voluto parlare di Giulio Natta (26/02/1903 – 02/05/1979), l’unico premio Nobel per la chimica (1963) di nazionalità italiana, per la messa a punto di catalizzatori stereospecifici per la polimerizzazione stereochimica selettiva delle alfa-olefine, in particolare per la realizzazione del polipropilene isotattico. Alcuni di tali polimeri vennero commercializzati dalla Montecatini e da aziende dello stesso gruppo con il nome di Moplen. Di lui ne scrive ampiamente Carmine De Fusco sul suo blog, con l’articolo Giulio Natta e l’anno della Chimica, a cui vi rimando per gli approfondimenti.
Come scrivevo poc’anzi, questa lista è solo un piccolo estratto dei grandi personaggi della chimica, sia stranieri che italiani, e di questi ultimi esiste una pagina riepilogativa su Wikipedia che attualmente conta 76 biografie.
Vi lascio con la tiepida speranza che questo elenco si allunghi sensibilmente nel prossimo futuro, riassumendovi i temi del sondaggio dell’anno internazionale della chimica:
- chi è il più grande chimico della storia? E in particolare, secondo voi,
- qual è il più grande chimico italiano della storia?
Ai commentatori l’ardua sentenza!!!
[1] La conversazione si è svolta tra Stuart Cantrill, Peter Rodgers (Chief Editor, Nature Chemistry), Gavin Armstrong e Neil Withers (Associate Editor at Nature Chemistry), come riportato da The Sceptical Chymist.
[2] Un testo molto più autorevole sull’argomento è disponibile (quasi integralmente) su Google libri: Most famous chemist
Le biografie sono delle libere riduzioni delle relative voci di Wikipedia, fonte anche della maggior parte delle immagini.
dei suoi servizi all’avanzamento della chimica tramite la scoperta del radio e del polonio, dall’isolamento del radio e dallo studio della natura e dei componenti di questo notevole elemento. »