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Chi è Matteo Fago, l'editore de l'Unità che non ha mai amato Renzi, e adesso paga il conto

Creato il 30 luglio 2014 da Tafanus

Il padrone dell'Unità: 'Renzi non lo voterò mai'Il neo editore del giornale dem si schiera: non sosterrà il rottamatore alle primarie. Troppo a destra. Né le larghe intese di Letta. Nel nome di Gramsci. Colloquio con Matteo Fago (Fonte: Tommaso Cerno - l'Espresso - 15/11/2013)

Matteo-renzi-silenziatore
La prima polemica dopo il suo arrivo fu su Matteo Renzi. Grande intervista a “l’Unità” e mille elucubrazioni: ecco, si è detto, Matteo Fago, nuovo azionista di riferimento, è schierato col rottamatore. Le prove? La cacciata del direttore Claudio Sardo, voluto da Pier Luigi Bersani. Lo stop a Walter Veltroni. E il new deal a suon di Web. E invece no. Perché Fago - che finora si era detto “equidistante” sulla leadership del Pd - un’idea ce l’ha. Altro che renziana. Alle primarie dell’8 dicembre non voterà per il sindaco di Firenze. Non gli piace «ammiccare ad elettori di destra dicendogli che il Pd non è di sinistra», dice a “l’Espresso”. E mentre la piattaforma Web a cui lavora, divisa in servizi e capace di seguire decine di eventi in diretta, resta top secret, quel che è sotto gli occhi di tutti, dall’ad Fabrizio Meli alla redazione, sono le copie scese da 40 mila (2011) a 23 mila e rotti (2013). E i debiti.
Scusi, perché un editore s’imbarca in un’impresa con 30 milioni di debiti?
«I debiti non ammontano a 30 milioni e, a ogni modo, non sono il vero problema. “l’Unità” si trova nelle condizioni in cui è perché non è mai stata gestita veramente come un giornale indipendente. Oggi in Italia manca un giornale di sinistra. Ed è questo il motivo per cui ho deciso di investire».
Prima della scelta di Luca Landò come direttore, s’era fatto il nome di Veltroni. Era un’ipotesi reale?
«Non lo so. Se era un’ipotesi concreta io non l’ho mai saputo perché nessuno me lo ha detto. Ho letto sul “Fatto” che io avrei avuto questa “intenzione”. L’ho smentita perché era falsa e perché mi affiliava a Renzi senza che io mi sia mai schierato per lui. Nemmeno dopo la smentita ho saputo qualcosa in più».
Lei aveva contattato altri possibili direttori?
«Certamente, ho avuto contatti con diversi giornalisti. Le discussioni non si sono concluse per diverse ragioni, ma non di carattere economico».
All’Unità qualcuno parla della sua ascesa come dell’“Opa ostile”. Con che progetto editoriale risponde?
«Con il progetto editoriale del fondatore, ossia di Gramsci. Il giornale degli operai e dei contadini, se vuole, con parole di oggi, dei lavoratori. In termini più politici l’idea di tornare a Gramsci è per superare Togliatti. Vorrei che “l’Unità” proponesse idee che possano servire a portare la sinistra italiana, e quindi il Pd, a una maggiore vicinanza alla sinistra europea. Cosa su cui, a parole, sono d’accordo tutti i candidati segretari».
Lei che rapporti ha con i vertici del Pd e quanto peseranno sull’“Unità” di Fago?
«I rapporti che ho nel Pd sono buoni. Non so che peso avranno su “l’Unità”. Io più che altro vorrei che “l’Unità” raccontasse storie e idee e che queste avessero un peso nelle scelte del Pd».
Alle primarie andrà a votare?
«Sì».
Per chi?
«Sicuramente non voterò per Renzi».
Il giornale ha un’idea su quello che dovrebbe essere il migliore nuovo Pd? Non sosterrete, quindi, Renzi?
«Il migliore nuovo Pd è quello dei suoi suoi iscritti e delle persone che ci lavorano con passione. Renzi non mi convince perché ha un approccio leaderistico che è esattamente quello che non serve al Pd. E poi questo aprire a destra non mi piace. Un conto è cercare nuovi elettori con le idee della sinistra altro conto è ammiccare a elettori di destra dicendogli che tutto sommato il Pd non è di sinistra. Questa, secondo me, è una strada molto pericolosa per la sopravvivenza stessa del partito».
Sosterrete il governo Letta o le elezioni?
«Sosterremo un governo che faccia cose di sinistra. Certamente l’alleanza con Berlusconi non aiuta».
Lei è l’editore di Massimo Fagioli. Cosa leggeremo del Fagioli-pensiero?
«Definirlo Fagioli-pensiero rientra nella logica del “guru”. Allora dovremmo parlare di Ciliberto-pensiero o di Tronti-pensiero quando scrivono su “l’Unità”, no? Io voglio un giornale laico in tutti i sensi. Se accadrà che Fagioli trovi spazio su “l’Unità” sarà il parere e il pensiero di una persona di sinistra, come altri, che ha le sue idee originali. E chi dice che non va bene vive in un mondo che non esiste più, in cui si censurano le idee e le persone. La censura su “l’Unità” non può e non deve esistere».
Fagioli ha detto che “l’Unità” è un covo di cattolici e che il papa è un ipocrita. La pensa anche lei così?
«I cattolici ci sono a “l’Unità”, così come ci sono nel Pd. Ma non tutti, a “l’Unità”, sono cattolici. A me piace un giornale laico che non chiuda gli occhi. In questa logica il pensiero cattolico può tranquillamente esistere ed esprimersi, ma non può pretendere di avere l’ultima parola e di censurare un pensiero diverso. Se i cattolici vogliono credere alla creazione dell’uomo e dell’universo sono liberissimi di farlo ma su “l’Unità” non si potrà mai negare Darwin o Einstein».
Il papa è un ipocrita?
«Papa Francesco per me è uno che predica tutto e il contrario di tutto. Uno che dice che non può giudicare i gay, e questo è certamente giusto, però poi giudica, eccome, le donne perché dice che se abortiscono sono delle assassine. Perché non sospendere anche in questo caso il giudizio? E poi per ridurre gli aborti basterebbe promuovere la contraccezione. Le risulta che il papa promuova la contraccezione?».
No. Ma ha denunciato tangenti ed evasori. Compito della politica.
«L’ultima uscita del papa che dice che getterebbe in mare gli evasori e i ladri mi lascia sconcertato viste le sue origini: non dimentichiamoci che il papa è un signore che viene dall’Argentina dove c’era un altro signore che si chiamava Videla che gettava in mare gli oppositori politici».

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