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Chi ha incastrato Roger Bondi?

Creato il 21 gennaio 2011 da Zfrantziscu
Non è certo la prima volta che i governanti raccontano mezze verità e spudorate bugie ai loro colleghi parlamentari che li interrogano per sapere qualcosa. L'opposizione protesta, la maggioranza ingoia e tutto finisce lì, con al massimo qualche strascico mediatico. La vicenda che vi racconto, temo, non avrà né proteste (almeno pubbliche) né abbozzamenti imbarazzati né riflessi mediatici. Perché trattasi di archeologia e di scritture antiche, domini che sono difficili da masticare e che, soprattutto, non sono richiesti nell'esame d'ammissione al Parlamento. Del resto sarebbe ingeneroso pretenderlo, visto che neppure gli addetti ai lavori, gli archeologi a busta paga presso le Soprintendenze e il Ministero che le finanzia, si interessano e, se si interessano, negano di farlo.Tutti gli amici del blog sanno che l'anno scorso un migliaio di persone firmarono una petizione dal titolo: “Abbiamo il diritto di sapere, la Soprintendenza parli”. Due parlamentari, Luciana Sbarbati dell'Udc, e Piergiorgio Massidda del Pdl, presentarono due interrogazioni dal contenuto simile e entrambe mutuate dalla petizione popolare.Sono passati quasi sette mesi (tempo inconsueto per le risposte del governo ai parlamentari) e ieri, finalmente, la risposta del Ministero. Non del ministro Bondi ma del suo sottosegretario Giro. L'ho pubblicata ieri sera, appena arrivato il testo, nel mio sito. Si tratta di un documento disonorevole, indegno non tanto del povero sottosegretario che si è limitato a leggere quanto gli avevano passato le Soprintendenze sarde e i funzionari ministeriali di collegamento, quanto degli autori delle informative che varrà la pena di rendere pubbliche, quando le avremo in mano. Una, intanto, c'è.

Chi ha incastrato Roger Bondi?

La navicella inesistente

Chi già ha letto la risposta del povero Giro, avrà, per dire, notato una risposta relativa alla barchetta nuragica di Teti. Eccola: “Per quanto riguarda la Navicella nuragica fìttile da Teti devo riferire che l'immagine trasmessa dai promotori della petizione è risultata assolutamente incomprensibile agli archeologi delle nostre Soprintendenze che, d'altra parte, non hanno alcuna notizia in merito al ritrovamento "nei pressi di Teti" di una navicella nuragica "con evidenti segni di scrittura". Se un ritrovamento è stato fatto potrebbe essere stato effettuato al di fuori delle ricerche ufficiali e da persone non autorizzate. Assicuro, a tale proposito, ogni attività utile al recupero del reperto.”Un paio di considerazioni in merito, ma su questa bugia ritorneremo, eccome, anche per considerare se non sia finalmente venuto il momento di denunciare alla magistratura i bugiardi (sperando che solo di questo, di bugiardi, si tratti). Che semplici archeologi, non epigrafisti, non comprendano scritture che non hanno mai studiato è assolutamente normale. Ma che dalla Soprintendenza di Sassari e Nuoro arrivi al Ministero la notizia di non sapere nulla della barchetta fittile di Teti, ritrovata a S'Urbale nel 1994, ricoverata per lungo tempo nel Museo di Teti, lì vista da molta gente e lì fotografata, e ora – ci si dice – in corso di restauro a Li Punti, beh, questo supera abbondantemente il tollerabile. A meno che – come temo – davvero la barchetta fittile di Teti non esista più o abbia subito un energico trattamento di pulizia.Ma c'è un aspetto, in questa poco commendevole vicenda, che mi intriga. Leggete che cosa scrive il povero sottosegretario verso la fine del suo componimento: “I reperti citati dai promotori non recano peraltro alcuna traccia di scrittura di età nuragica anche perché, come ben esplicitato in tutti i testi scientifici sulla civiltà nuragica, questa non ha mai conosciuto la scrittura”. Tralasciamo pure questa ultima frase che farebbe vergognare Monsieur de La Palisse (la scrittura nuragica non esiste perché non esiste). Il fatto è che quanti hanno scritto le baggianate per il sottosegretario sono tanto avviluppati nei loro ideologismi da non essersi accorti che né la petizione, né l'interrogazione di Massidda né quella di Sbarbati hanno mai parlato di “scrittura nuragica”. Sigmund Sigmund, dove diavolo ti sei cacciato: quanto si ha bisogno di te non ti fai mai trovare.

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