Chi ha inventato la birra?

Creato il 01 maggio 2012 da Davideciaccia @FailCaffe

(Vedi anche Chi ha inventato la pasta?, La più antica Repubblica del mondo e Stairway to heaven contiene messaggi satanici o no?)

Qualche sera fa, dopo una giornata in biblioteca, io ed il mio coinquilino davamo piacere ai rispettivi gargarozzi con una buona bottiglia di birra, e, nel mentre, ci siamo interrogati sull’origine di tale piacevole bevanda. Ovviamente, non potevo lasciarmi sfuggire l’occasione di buttar giù un’altra delle improbabili inchieste di FailCaffè.

Probabilmente la birra nacque in Mesopotamia da un tentativo di preservare da famelici roditori l’orzo (il primo cereale coltivato dall’uomo): i grani venivano immersi nell’acqua e conservati in un recipiente, l’azione dei lieviti naturali faceva il resto.

L’antropologo Alan Eames ha addirittura sostenuto che “la birra è stata la forza trainante che ha spinto gruppi nomadi ad una vita sedentaria … È stato questo forte desiderio di avere materiale per produrre birra che ha portato alla coltivazione, ad insediamenti permanenti e all’agricoltura”.

Interpretazione che mi sembra un po’ fantasiosa!

In ogni caso, presso i Sumeri, la bevanda raccolse un più che discreto successo, divenendo ben presto una delle prime monete della storia: il salario giornaliero di un operaio consisteva in 2 litri di birra chiara, 3 litri di forte per i funzionari e ben 5, di qualità superiore, per la crème della società: sacerdoti e governatori.

Con la conquista Babilonese ci fu un forte sviluppo della produzione, si iniziarono a produrre molte varietà di birre: fonti attestano che, nella prima metropoli al mondo, se ne conoscessero oltre 20 tipologie.

Sempre a Babilonia nacque il mestiere del birraio (essenzialmente esercitato da donne); la loro importanza sociale è testimoniata dal Codice di Hammurabi, che prevedeva l’annegamento nella birra per chi l’avesse annacquata prima della vendita (alla faccia del principio rieducativo della pena)!

Anche nell’antica Grecia, al contrario di quanto si possa immaginare, la bevanda era molto consumata, in occasione delle feste di Demetra, ma soprattutto durante le Olimpiadi, infatti, per tutto lo svolgimento dei giochi era proibito il consumo di vino. Pare, inoltre che financo Platone si sia interrogato sull’inventore del prodotto, ed avrebbe concluso: “Deve essere stato un uomo saggio ad inventare la birra”.

Furono pochi invece i Romani che apprezzarono la cervogia, tra questi Agricola, governatore della Britannia, che portò con sé a Roma tre mastri birrai da Gloucester ed aprì il primo pub della Penisola.

Ma, si sa, la birra è legata ai popoli nordici.

I Galli, per esempio, introdussero la conservazione in botte e la pratica di aromatizzare la birra con anice o assenzio.

I Celti, invece, secondo la leggenda, devono la propria nascita all’eroe Mag Meld, una sorta di Prometeo, che sottrasse che ai Formoriani, creature mostruose (metà uccelli, metà uomini) il segreto della fabbricazione della birra, grazie alla quale avevano potenza ed  immortalità! (Poi uno si stupisce di quanto bevono)

Con la caduta dell’impero la produzione passa in mano ai monaci, dando vita alla tradizione della birra trappista, tutt’ora viva in Belgio ed Olanda, ma che ha le sue origini in Italia, nell’abbazia di Montecassino.

Le tecniche rimasero pressoché inalterate per tutto il corso del Basso Medioevo, durante il quale la birra divenne la bevanda di gran lunga più consumata d’Europa, con un consumo pro capite oscillante tra i 5 e gli 8 litri! Ciò era dovuto peraltro alla scarsa igiene dell’acqua: nel 1100 fu santificato il vescovo Arnoldo, autore, tra gli altri, del miracolo di trasformare l’acqua in birra, per salvare i propri parrocchiani da un’epidemia di colera; la fermentazione, infatti, eliminava i batteri “cattivi” presenti in gran quantità nelle sorgenti, più o meno putride, dell’acqua.

Una grande innovazione venne introdotta nel XIII secolo: l’impiego del luppolo.

Questo si espanse dapprima in Boemia, poi in tutta la Gemania e l’Olanda, diventata il centro nevralgico del commercio internazionale. Qualche resistenza si ebbe presso gli inglesi (e figurati!) che, nonostante l’introduzione del luppolo da parte degli immigrati fiamminghi, lo accettarono pienamente solo alla fine del XVI secolo.

La birra luppolata permetteva una conservazione migliore, che consentì l’esportazione su vasta scala, possibilità che i tedeschi seppero sfruttare a pieno, forti anche di un livello di professionalità ai tempi senza eguali: nascono in Baviera le prime fabbriche, come il birrificio Weihenstephaner, tutt’ora attivo.

Ultima tappa del nostro excursus: il Reinheitsgebot, alla lettera editto della purezza, emanato da Guglielmo IV di Baviera, per impedire, sono per il 1516, l’impiego del frumento, per far fronte ad un raccolto particolarmente disastrato.

L’editto, tutt’ora in vigore, obbliga i mastri birrai ad utilizzare solo acqua, malto d’orzo e luppolo (e lievito, una volta scoperto da Pasteur), per una ricetta che da Guglielmo IV arriva, praticamente inalterata, fino ad Homer Simpson!


Filed under: Cibo, Costume e Società, Curiosità, Uncategorized Tagged: agricola, asterix e obelix, babilonia, birra, celti, editto della purezza, galli, germania, greci, homer simpson hammurabi, luppolo, mesopotamia, monaci, olanda, olimpiadi, orzo, Reinheitsgebot, salario

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :