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Chi ha paura di Filippo Locatelli?

Creato il 08 novembre 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Dopo la medaglia d’oro a Giovanni Arvedi, chi vuole mettere il bavaglio a Filippo Locatelli, il giovane che dopo anni di vergognoso silenzio delle istituzioni è riuscito a spiegare i danni che il teleriscaldamento causa ai residenti delle case popolari? Chi vuole fargliela pagare? È stato lui a svelare il disastro economico cui sono esposte le famiglie più povere, tra i residenti Aler. Bollette così alte che disabili, precari, pensionati squattrinati e altre categorie a rischio, non riescono a reggere anche se ci provano: lo dimostrano i bollettini postali e i piccoli versamenti parziali che l’Aem può anche rifiutare, com’è successo.
L’impegno civile dello studente universitario Filippo Locatelli, ora diventato consulente tecnico ambientale, è consistito nel raccogliere informazioni e segnalare gli eccessivi costi a carico degli utenti. Un lavoro metodico, scientifico, dai continui contatti con l’Aem, che alle sue precise domande ha dato le prime risposte, alla rete di rapporti con il vicinato. In molti sono riusciti a migliorare i rapporti con l’azienda Aem-Lgh. Aem grazie a una delibera unanime di centrodestra e centrosinistra è diventata parte di Lgh, una società nella quale Cremona da sola è minoranza rispetto a una maggioranza blindata.
Dopo aver costruito l’inceneritore, il teleriscaldamento è stato agganciato alle case popolari. È stato l’accordo più sciagurato che si potesse immaginare. Aem, Aler, Comune hanno messo una bomba a orologeria nelle case popolari, inviando bollette da mille euro a chi ha i redditi più bassi. I cittadini hanno subìto la forza delle istituzioni, che prima o poi dovranno rispondere responsabilmente di un disastro economico ambientale, con vantaggi ristretti ad élites trasversali. La legge permette all’inceneritore di riversare 100mila tonnellate annue di anidride carbonica, oltre a ossidi di azoto e altre sostanze, diossine comprese, che con l’aria respirabile fanno a pugni. La legge che lo consente non è esemplare.
Le scelte politiche amministrative del Comune hanno tolto autonomia decisionale ad Aem pochi anni prima che la crisi economica, indotta dai poteri economici e finanziari internazionali, giustificasse il temibile governo Monti e il suo nuovo Vangelo: “Adesso che avete paura fate sacrifici. La crisi economica è il momento migliore per fare riforme liberali”. Anti-popolari e classiste, utili alla rendita, a chi investe in borsa, a chi cerca lavoro no, ai disabili no, ai malati no.
L’ingresso di cremona in LGH ha frantumato l’equilibrio economico-sociale, assieme alle virtuosistiche trasformazioni dell’azienda, impegnata anche in interventi immobiliari estranei alla propria vocazione, come l’acquisto dell’autosilo Massarotti.
Il mondo economico si è spaccato anche sul territorio. Da una parte chi lucra incentivi di stato per la produzione di energia, beneficiando di autorizzazioni a costruire impianti di biogas o piccole centrali idro-elettriche, dall’altra i pensionati che non possono più pagare i ticket sanitari, come segnalato dalla FNP-CISL da tempo. Dirigenti strapagati, lavoratori precari e malpagati ovunque.
Da un lato i fiumi di denaro che circolano in settori di cui la maggior parte dei cittadini in difficoltà non beneficia per nulla (grandi manifestazioni, museo del violino, feste gastronomiche municipali di pregio), dall’altro chi ha il terrore di chi suona il campanello. Potrebbe essere il postino, con una nuova raccomandata dell’avvocato Raffaele Gagliardi dello studio di Giovanni Gagliardi, consigliere comunale Pd e presidente della commissione comunale garanzia.
Locatelli ha analizzato le bollette, le ha confrontate, ha guardato gli impianti, ha scoperto e spiegato le anomalie e ne ha parlato. Per la prima volta sono emerse dalla nebbia le assurdità del teleriscaldamento e della sua gestione.
Il suo impegno civile, da più di un anno, ha aiutato a far luce su una delle più incredibili ingiustizie di Cremona, contro la quale è stato il primo a battersi con metodo e tenacia.

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