Ahhh, l’incredibile sensazione che provi quando ti sembra di conoscere davvero i personaggi di un libro: ce li ha lì, in un angolino della tua mente e nel bel mezzo della giornata quando sei a lavoro o in pausa pranzo ti vengono in mente e come se pensassi ad un amico ti chiedi “chissà cosa farà x?”. Se un autore riesce a regalarti questa bellissima sensazione è implicito che sia riuscito a creare personaggi unici che riescono a sfondare la barriera delle pagine e fuoriuscirne vivendo per conto proprio. E la cosa più difficile per noi lettori è separarcene arrivati alla fine del libro; può avvenire in modo dolce – come mi è successo nella mia ultima lettura – oppure dolorosamente come mi capita spesso nei romanzi di King (quando letta l’ultima riga inizio a battere i pugni sul letto e urlare “nooo non può finire così”, testimone mia sorella!).
Questo per dire che la mia ultima lettura, Chi manda le onde di Fabio Genovesi, mi ha lasciato un bellissimo “rapporto” con i suoi protagonisti: una bambina di nome Luna che ama il mare ma essendo albina non può stare al sole e vede pochissimo in condizioni di forte luminosità, sua mamma Serena, una donna a cui capita il peggio che può accadere ad una madre ma che ha la forza di rialzarsi e di scoprire l’amore, Sandro, quarantenne ancora sulle spalle dei genitori, lavoratore precario ma gran sognatore, Zot un bambino proveniente da Chernobyl che vive insieme al “nonno” adottivo Ferro, un bagnino in pensione convinto che i russi vogliano portarsi via la casa.
Complessivamente sono personaggi molto diversi tra loro che con un bell’intreccio narrativo riescono a ritrovarsi tutti insieme su una Jeep militare in viaggio per scoprire i misteri del Popolo della Luna.
In 5 punti perché vi consiglio di leggere questo romanzo:
- Perché è un libro leggero, che si legge come si mangia lo zucchero filato;
- Perché è di una comicità sorprendente (ho dovuto spesso trattenermi dallo scoppiare a ridere in treno!);
- Perché oltre alla comicità c’è un significato di amore e amicizia davvero commovente;
- Per la presenza costante del mare che invoglia chi come me non lo può vedere per mesi e mesi a prendere la macchina e partire;
- Per conoscere la storia di personaggi diversi dal solito e crescere un po’ insieme a loro.
Oltre a questo Fabio Genovesi riesce a dar voce ai proprio personaggi utilizzando tecniche narrative diverse, cambiando il punto di vista e mantenendo sempre un linguaggio appropriato (ho amato davvero tantissimo Ferro e Zot). Lo consiglio quindi a chi ama il mare e a chi non si arrende mai.
Voto: ★★★★✰
♫♪ Une année sans Lumière – Arcade Fire
Perché la cosa bella di quando sei sperso e non sai più dove andare è che almeno sei libero di guardarti intorno e scegliere la via più facile.