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Chi oggi partecipa allo "Sciopero Sociale" (liberi di ridere!) è complice di questi vandali violenti

Creato il 14 novembre 2014 da Romafaschifo




Oggi scioperano. Oggi manifestano. Oggi corteo. Non sanno manco loro per che cosa. Anzi si, lo sanno: per creare qualche disagio. Magari per fornire facile e prevedibile rifugio per violenti che si infiltreranno. 
Ma qualche disagio, anzi più di qualche disagio, questi prepotenti lo hanno già generato nei giorni passati letteralmente massacrando la città di affissioni. Hanno coperto tutto: muri pubblici, muri privati, monumenti, le stazioni della metropolitana che i volontari di Retake Roma avevano pulito giorni fa, coprendo sulle plance le pubblicità regolari. Spesso - se guardate bene - le pubblicità di servizio del Comune di Roma, timbrata, regolare e vidimata. E' stata quasi dappertutto coperta dai manifesti di questi prepotenti prevaricatori che oggi manifestano bloccando la città e, chissà, magari imbrattando i muri come di prammatica e ospitando violenti e facinorosi. Vedremo i disagi del corteo, intanto abbiamo sperimentato i disagi (totalmente impuniti) del pre-corteo. Chi frequenta queste manifestazioni deve però sapere di essere complice di questo modo di fare protesta che sarebbe stato considerato vecchio e superato quaranta anni fa. Giuliano Pisapia ha chiesto "limitate i disagi" ai manifestanti a Milano, la manifestazione di Roma, invece, non è stata ritenuta degna di governo e supervisione dal sindaco della città...





E le conseguenze all'inizio della mattinata sono già gravi ed evidenti. Il palazzo ex Bnl di Piazza Albania (uno sviluppo immobiliare di cui avevamo parlato qui) è stato stamattina occupato dal solito racket delle occupazioni. Qualche decina di schiavi stranieri deportati da una protesta ad un'altra. Con gli occhi vuoti, non sanno cosa stanno facendo, gli viene detto di fare un picchetto e lo fanno, gli viene detto di andare ad una manifestazione e ci vanno. Gli parli e non sanno di cosa si tratta neppure lontanamente. A loro solo il compito di fare numero e di dimostrare che le iniziative organizzate dai capi hanno successo di "popolo". Un racket già attenzionato da procure e media che però continua imperterrito sotto l'occhio benevolo delle forze dell'ordine in capaci di tutelare alcunché.

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