L’operazione papa Francesco si è ben chiarita. Un colpo di spugna sulla convivenza di Bergoglio con la dittatura, qualche discorso simpatico, alcune belle prese di posizione e tanta passione popolare rinasce, senza però risolvere niente. Ma senza che sulla tranquilla convivenza con la dittatura feroce di Videla in Argentina si dica nulla. Videla e desaparecidos? Non esistono più. Esiste solo il papa.
È la fragilità umana – che resta tale malgrado qualunque fede – a imporre alla razionalità il metodo da seguire. La razionalità può seguire però vie diverse.
E ciò che può valere per il sentimento religioso nulla a che vedere con l’amministrazione comunale. Meglio che amministri la persona capace, piuttosto che quella con tanti amici dotati di un frammento di potere nelle associazioni, cooperative, mondo sociale ed economico cattolico.
Il vescovo Lafranconi non era uscito felicemente dalla vicenda giudiziaria di Savona: senza la prescrizione ci sarebbe stato un rinvio a giudizio per omertà? Lafranconi non ne ha mai parlato.
“Siano i genitori a denunciare i preti pedofili” ha detto tempo fa il papa.
L’omertà consiste nel conoscere l’esistenza di un reato e nel non informare le forze dell’ordine.
L’omertoso nasconde un reato, il che “equivale a commetterlo”.
Lafranconi sceglie il candidato sindaco? Dopo aver conversato spesso con Perri? E con quanta influenza? Molta. Che potere ha il vescovo rispetto ai servizi sociali? Grande.
Quanto potere politico ha il vescovo e quanto il consiglio pastorale, di cui fanno parte laici che sono politici di prestigio? Emiliani, Galimberti…
Da un bisogno dell’animo umano deriva…. un potere mostruoso, inappropriato.
Assurdamente, il vescovo concede ruoli di rilievo a persone che i partiti corteggiano fino allo sfinimento, anche se l’intelligenza nelle cose religiose non è in sé politica né amministrativa.
Lafranconi chiede a Sonia Alfano di non votare un testo. Se il vescovo vuole condizionare le autorità europee per fermare l’orrendo degrado causato dalle unioni gay (?????) figuriamoci se non vorrà evitare che Cremona voti per il registro delle coppie di fatto, tanto per cominciare.
A Crema è sparito di nuovo il signor Inzoli (o don Inzoli?) e un sistema di potere è crollato. A Cremona il vescovo ci prova. Non può essere tacciato di omofobia perché prega con un gruppo di gay cattolici.
Galimberti, attento conoscitore delle scrittore e ottimo oratore, certo non si è sbilanciato pronunciandosi sulle coppie gay e altri temi laici che Sel vuole far valere per ottime ragioni, come a Crema.
Ma tutto questo ha qualcosa a che vedere con la crisi economica del Cremonese, con gli anziani soli, i disabili, i meno abbienti, i senza lavoro, i deboli?
Nulla! Agli ultimi, nulla viene detto di utile, non si vede un solo,progetto che non sia elemosina ottocentesca. Hanno fatto più, per i deboli, i ragazzi del Dordoni (comitato Antisfratto) che istituzioni e politici. Una sonora lezione! Mentre il supervescovo pensava a fermare chi? I gay! Non la povertà, i gay!
Intanto sopra le teste degli elettori si gioca la solita partita cervellotica dei partiti.
Chissà che i cremonesi si rendano conto dell’importanza strategica di ogni singolo voto. L’amministrazione provinciale sarà depotenziata.
Il Comune conterà di più, interamente al servizio della Chiesa e dei poteri extrapolitici locali.
Ma anche il Comitato Antisfratto e altri gruppi e associazioni avranno più prestigio, perché non condizionati.
Salviamo il paesaggio, il comitato acqua pubblica e altri ancora avranno maggiore autorevolezza per la coerenza ed efficacia delle loro azioni, e la loro libertà di pensiero.