foto presa da Internazionale, n. 984.
Berlusconi sogna New Town in tutti i capoluoghi e io, invece, ho sognato di essere a Civitanova Marche per partecipare allo stesso convegno di macrobiotica al quale partecipai circa tre lustri fa....Era inverno, si svolgeva in un albergo a tre stelle in riva al mare, ci servivano, a colazione pranzo e cena, pasti rigorosamente macrobiotici alla mensa comune. A metà mattino lezione di cucina, a metà pomeriggio conferenza sulla filosofia macrobiotica.A una di queste "lezioni" il relatore, che divulgava i pregi di tale dieta, anche da un punto di vista curativo, raccontò la storia di una signora malata gravemente (non ricordo di quale malattia, forse di cancro, ma non sono sicuro), la quale decise di abbandonare le cure di medicina convenzionale per seguire la dieta macrobiotica stretta, che si basa esclusivamente sul mangiare riso integrale (superextrabio, cotto in rapporto uno - di riso - e tre - di acqua di sorgente e non dell'acquedotto che in questa c'è il cloro, più un chicco di sale marino integrale, il tutto cotto a pressione, se non ricordo male un'oretta dal sibilo del vapore) e sul bere tè bancha (tè verde giapponese tostato lievemente). Bene, mentre la signora seguiva tale ferrea dieta presto traendone benefici, le capitò, per circostanze ignote, di mangiare una ciliegia sotto spirito. Mal le incorse, e di lì a poco, morì.
Mi ricordo ancora che, in quel momento, estrassi dalla tasca della giacca Cara incertezza, di Guido Ceronetti (Adelphi, Milano 1997) e provai un senso di ribellione. Per la prima volta sentii che urgeva ribellarmi a un pensatore importante che, per certi versi, mi aveva condotto lì, anche se - chiaramente - non era colpa sua se ero lì ad ascoltare certe cose, giacché da nessuna parte Ceronetti dice di andare ad ascoltare conferenze di macrobiotica in una cittadina marchigiana d'inverno. In Cara incertezza, tuttavia, c'è un capitolo, dal titolo «Pensare il cancro».
Non attesi la fine della conferenza, non era ancora buio, e anche se fuori tirava un vento gelido, volli uscire, andare sulla spiaggia deserta che si trovava, appunto, a pochi passi da me. Per un continentale è sempre suggestivo camminare sulla spiaggia, specie in inverno, da solo, con il bavero alzato e la sciarpa che sembrava un'elica, con gli occhi che per non lacrimare troppo dalla fatica fredda di guardare l'orizzonte, indugiavano a osservare l'esattezza delle impronte dei passi lasciate sulla battigia, prima che si disfacessero con l'arrivo di un'onda un po' più lunga.
E solo ora capisco, forse, perché certe letture non mi entusiasmano più: perché non è l'uomo in generale a cancerificare la terra, «con la sua presenza in eccesso e la sua attività di delirio», ma un particolare tipo di uomo: Berlusconi, per esempio, è uno di questi. Hanno un nome e un volto, tali uomini, anche se i più furbi e potenti preferiscono nascondersi dietro la maschera di società anonime.La colpevolezza della moltitudine, me compreso, è di non aver ben capito come funziona il meccanismo degli eletti e di continuare, per questo, ad asservirlo, in vario modo, più o meno consapevolmente.E per noi proletari niente c'è di peggio che cadere nell'illusione del carisma, del salvatore, di colui che ci costruisce una casa su misura piena di confort e un'antenna televisiva sintonizzata sulla sua buona novella.