Magazine Cultura

«Chi sono i cannibali?»

Creato il 30 settembre 2010 da Andream
i like how cute the tiny pumpkin isNel suo post «Who are the cannibals?», April DeConick riflette sul cannibalismo funebre dei Wari' amazzonici. Prima di entrare in contatto con gli europei attorno al 1960, i Wari' avevano un complesso rituale funebre che comprendeva la consumazione delle carni dei familiari morti. Lo scopo di questa pratica era quella di aiutare il defunto a separarsi dal mondo fisico e ad entrare in quello spirituale, e la famiglia a dimenticare la perdita avuta.
Dopo il contatto con gli europei i Wari' abbandonarono rapidamente questa pratica. DeConick racconta che:
Col contatto giunsero malattie infettive che decimarono la loro popolazione. I missionari, che cercavano disperatamente di far cambiare il loro rituale funebre, dissero loro che se avessero continuato a mangiare cadaveri, si sarebbero ammalati. Così i Wari' iniziarono a seppellire i loro morti come i missionari volevano, anche se consideravano il terreno sozzo, inquinato e freddo, e ancora oggi si lamentano che i propri cari debbano marcire nella fredda terra.
DeConick, che è specializzata nella storia dei pensieri giudaico e cristiano antichi, fa notare una cosa: anche gli antichi cristiani erano noti presso i Romani politeisti per la loro pratica di mangiare carne umana; si trattava naturalmente di un riferimento alla pratica rituale della teofagia, il consumo del corpo di Gesù. Quegli stessi missionari che sono riusciti a convincere i Wari' a non mangiare la carne dei loro defunti praticano quotidianamente un rito in cui pane e vino diventano nella sostanza (per i cattolici) o simbolicamente (per i protestanti) il corpo e il sangue di Gesù, da mangiare e bere insieme agli altri fedeli.
Mi sovviene dunque una curiosità (questa riflessione non è della prof. DeConick): se i cattolici credono realmente di ingerire la carne di Gesù ogni volta che fanno la comunione, ritengono forse che il cannibalismo sia talvolta giustificato? Non credo, ma dubito allo stesso tempo che si interroghino realmente sulle implicazioni morali di questo gesto.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog