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Chi va con lo Zoppo... ascolta 'Pineda', il nuovo album dei PINEDA
Creato il 22 ottobre 2011 da ConlozoppoPer Umberto la svolta non è così sorprendente: già da tempo aveva manifestato una disaffezione verso l'ambiente indie/alternative italiano ma nell'economia del trio la postazione più decisiva è quella dei due colleghi e del produttore/collaboratore Antonio "Cooper" Copertino. Pineda è un organismo che pulsa umori, sapori e reminiscenze che fino a qualche anno fa sarebbero state celate, e che invece oggi emergono in tutta la loro influenza. Pensiamo al mood iterativo dei Can, al jazz trasfigurato degli Embryo, alle più pungenti atmosfere di Canterbury, alla lezione di Reich e Riley (es. il loop sommerso che apre "If God exists"), interpretate con un'attitudine free e con attenzione all'aggiornamento del linguaggio operato in sede post rock ("Human behaviour").
"Give me some well-dressed freedom" apre il disco come il miglior manifesto possibile: insistente, fluido, penetrante. Il trio sa anche scatenare tempeste elettriche alla maniera dei Kinski ("Twelve universes"), opera con suoni analogici in un contesto scheletrico, essenziale, dominato da chitarra elettrica e piano rhodes utilizzati in un'efficace chiave espressiva come emerge da "Touch me", che recupera persino certo mood eccitante alla Santana annata 1973 e "Lost in your arms", che rivela l'amore per Doors e Pink Floyd.
Cellule che si espandono e avvolgono l'ascoltatore, per un'opera per nulla innovativa ma assai piacevole. Un disco sorprendente se ascoltato pensando a Moltheni, non così stravagante sapendo che dietro l'angolo c'è la grande progressive-fusion dell'Accordo dei Contrari.
http://www.jestrai.com(Recensione apparsa su: http://www.movimentiprog.net/modules.php?op=modload&name=Recensioni&file=view&id=3468)
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