DA MODUGNO A X FACTOR
Musica e società italiana dal dopoguerra a oggi
Edoardo Tabasso e Marco Bracci
(Carocci, 2010)
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Con una notevole attività di sintesi e un volo d'uccello su 60 anni di storia italiana, Edoardo Tabasso e Marco Bracci confezionano un valido studio che ripercorre le vicende più recenti della musica leggera in Italia. In maniera lapidaria, il titolo individua i due riferimenti tra i quali si muove lo studio dei due autori. La nascita di una nuova canzone italiana, nata dalle celebri mani e faccia dipinte di blu e dallo sbracciarsi di Domenico Modugno, e morta con la volgarità dei contest televisivi in cui la canzone è ridotta a merce di scambio per succulente competizioni a suon di audience, facendo rimpiangere persino i Sanremo degli anni '50 e '60.
Non va dimenticato che gli autori non sono musicologi o giornalisti musicali ma sociologi della comunicazione: la loro dunque è un'estrazione che rende la narrazione, l'approfondimento, le intuizioni e gli sviluppi ben diversi da quanto si legge solitamente in materia. Non è un caso che un nutrito capitolo venga dedicato alla PFM, considerata un vero e proprio case study: Franz Di Cioccio e soci hanno rappresentato per la prima volta - dopo episodi più marginali accaduti a Modugno, Mina e l'Equipe 84 - un'ipotesi di rock italiano esportabile, spendibile all'estero senza necessariamente abdicare alle tipicità italiane.
E questo rapporto con il panorama internazionale, il cambiamento dei consumi e di conseguenza della fruizione musicale, è il fil rouge che lega tutti i passaggi nei quali si articola il libro. Un volume che, per la struttura concisa e riassuntiva - ma non per questo superficiale - ricorda Around The Clock di Franco Fabbri. Consigliato.
TI RICORDI NANNI?
Con Nanni Ricordi, l'uomo che inventò i cantautori
Da un'idea di Claudio Ricordi
(Excelsior 1881, 2010)
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Ipotizzando come punto di partenza il volume della Carocci, un passaggio successivo potrebbe essere l'analisi del mercato discografico in Italia, lo studio di dinamiche e comportamenti all'interno dell'industria discografica, che in Italia ha sempre avuto un ruolo importante e significativo, anche se minoritario rispetto alle grandi major internazionali. Pensiamo alla Dischi Ricordi e al suo ruolo decisivo nell'affermazione di un giovane Lucio Battisti (che dopo qualche anno di militanza in scuderia passa in Numero Uno, pionieristica indie-label tricolore dopo l'esperienza del Clan...), ma soprattutto all'esplosione del fenomeno cantautori, la cui tipicità è tutta italiana.
Merito di Nanni Ricordi. L'uomo che inventò i cantautori. Se l'invenzione del termine pare vada riconosciuta a Maria Monti ed Ennio Melis, Nanni ne è stato il principale mecenate, sostenitore, amico e garante. Claudio Ricordi, pronipote di Giulio Ricordi, uno dei rampolli della nobile casata fondatrice della Edizioni Ricordi, ha provato a parlarne con personalità quali Gino Paoli, Gianfranco e Giampiero Reverberi, Enzo Jannacci, Caterina Caselli e Franco Crepax, e ne ha tratto due elementi cruciali: il ricordo e l'amicizia. Intorno a Nanni si concentrò alla fine degli anni '50 un mondo di talenti, di curiosità, di voglia di rottura e trasgressione che si concentrò nella nuova canzone: quella di Paoli e Endrigo, Tenco e Bindi, De André e Lauzi. E Nanni con amici e colleghi racconta la nascita di quell'atmosfera, che egli in prima persona rifiuta di considerare "movimento" e ricorda semplicemente come un drappello di amici, confidenti, compagni.
Un gruppo sensibile, coeso contro i luoghi comuni e gli stereotipi di un'Italietta tutta da cambiare, favorevole ad una rivoluzione in musica che cominciasse a descrivere nuovi costumi, a parlarne senza timori e titubanze, a raccontarne l'esistenza facendo poesia. Un florilegio di interviste e aneddoti coinvolgente e intenso.
RENZO ARBORE
OVVERO QUELLO DELLA MUSICA
Claudio Cavallaro
(Coniglio Editore, 2010)
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Dopo uno studio generale e una monografia sull'ambiente discografico italiano, un consiglio inerente alla divulgazione musicale e ai personaggi più importanti e amati del nostro panorama può essere questo simpatico lavoro su Renzo Arbore. Una figura tanto nota, popolare e amata, quanto priva di una valutazione storica e artistica importante: Claudio Cavallaro, giovane clarinettista e columnist, ci ha provato raccontando la vicenda di Renzo, quello della musica.
Se la popolarità odierna di Arbore è legata al suo lavoro sulla canzone napoletana con l'Orchestra Italiana e se la memoria degli anni '80 e '90 è più coinvolta dalle celebri "ragazzate" televisive di Quelli della notte e Indietro tutta, non va dimenticato il ruolo centrale di Arbore nella radiofonia e nella critica musicale in Italia. Un programma come Bandiera gialla dal 1965 è stato un'autentica colonna sonora per il mondo giovanile ormai emerso come soggetto nuovo nel panorama storico e sociale. Per voi giovani e Alto Gradimento hanno rappresentato un riferimento dal maggior taglio critico e una nuova ipotesi di radio surreale e arguta, e un programma tv come D.O.C. - probabilmente il più rimpianto della storia del nostro picolo schermo - un manuale su come fare buona musica live in tv.
Cavallaro racconta la storia di Renzo con slancio e passione, e sottolinea che il suo ruolo non va affatto rinchiuso nell'attività di giocoso performer o intrattenitore, ma soprattutto nel percorso di accorto divulgatore musicale. A questo si aggiunge ovviamente il percorso più recente ma anche quello musicale degli anni '80, che ha avuto il punto più alto con Il clarinetto a Sanremo, ma anche dei succulenti album "demenziali" come Ora o mai più. Se pensiamo anche alla presenza di Renzo in tv e al cinema, ci rendiamo conto di quanto questo "ragazzo del 1936" sia ancora oggi effervescente e poliedrico.
Donato Zoppo