Leggendo Chiacchiere, datteri e thè mi ero segnata alcune frasi significative per capire che cosa sta o non sta accadendo, ma non ve le trascrivo per non rovinarvi la sorpresa
Chiacchiere, datteri e thè è un libro molto interessante per capire la situazione, ma anche per programmare un viaggio a Tunisi perché arricchito da indicazioni sulle tradizioni, i piatti tipici, i luoghi consigliati da visitare,… con, alla fine un elenco dei posti citati dall’autrice: hotel, ristoranti, negozi (tra cui il regno dei miei amati datteri, Deyma), gallerie d’arte, librerie, luoghi di culto e di cultura. Per esempio, sapevate che la limonata profumata alla menta è la bevanda nazionale della stagione estiva, mentre il succo alla fragola di quella primaverile e quello al melograno dell’inverno?
L’obiettivo che si era posto l’autrice era questo: “Cogliere cosa sentono i tunisini in questo momento di attesa e passaggio verso una non ben chiara democrazia. Cosa sta cambiando nelle loro vite quotidiane? Cosa evoca la parola rivolta? Ho letto molto sulle rivoluzioni, purtroppo anche sulle restaurazioni; quasi nulle sulle transizioni, dove probabilmente emergono elementi trascurati, illuminanti sulle rivoluzioni prima, quanto predittivi di quello che verrà. Mi piacerebbe disegnare un’anatomia della transizione, in tutte le su infinite fluttuazioni”. Dopo avere letto Chiacchiere, datteri e thè posso solo dire: obiettivo raggiunto. Buon tè a tutti!
Ps. Il link per votare Five O clock su Grazia.it è http://blogger.grazia.it/blogger?id=685