1) Ricordi quando ha scoperto il piacere della lettura? Con quale libro?
Non ricordo nemmeno di non essere stata capace di leggere. Mi ricordo che all'asilo ci avevano dato da leggere "Fun with Dick and Jane*" e io ero allo stesso tempo stupita e divertita dal fatto che alcuni miei compagni non erano in grado di capire le parole del libro. Non posso però dire che il libro fosse particolarmente divertente. I primi libri che ricordo aver trovato divertenti sono probabilmente i fumetti di Zio Paperone e Paperino.
*romanzo di Gerald Gaiser da cui è stato tratto il film Dick e Jane Operazione Furto con Jim Carrey e Téa Leoni.
2) Ci sono autori che ti hanno influenzata o segnata?
Ogni autore che leggo mi influenza in un modo o nell'altro. Persino autori non bravi (e dovrei ricordarmi di non farmi influenzare da loro). Certamente ho dei modelli: il mio ultimo romanzo, "A breath of snow and ashes" (in italiano Nevi infuocate + Cannoni per la libertà) è dedicato a cinque autori di cui ho usato consciamente stile e tecniche mentre scrivevo "La straniera", col fine di imparare a scrivere. (E questi autori sono Charles Dickens, Robert Louis Stevenson, Dorothy L. Sayers, John D. MacDonald e P.G. Wodehouse).
3) Ricordi quando e come hai cominciato a scrivere?
Scrivere che cosa? Ho cominciato a scrivere un romanzo all'inizio di Marzo del 1988, ed era "La straniera". Primo di questo (come continuo a ripetere a quelli che mi chiedono come ho fatto a scrivere un romanzo intero e a venderlo al primo colpo), ho scritto per più di trent'anni. Non si possono prendere tre lauree e lavorare come accademico (seppur nel campo scientifico) senza scrivere un sacco di roba, e cercando di esprimersi coerentemente e correttamente.
Ho anche scritto testi non-fiction come freelance per molti anni (per lo più per la stampa informatica ma essenzialmente per chiunque mi pagasse). Insomma, sono in grado di distinguere la fine di una sentenza dall'altra e avendo avuto la fortuna di essere stata educata negli anni '50 e '60 , grammatica, pronuncia e ortografia non sono un mistero per me!
Come? C'è solo un modo che conosco. Ti siedi e scrivi una parola su un foglio. E poi ne scrivi un'altra. E così fino alla fine.
Caitriona Balfe e Sam Heughan interpretano Claire e Jamie nella serie TV
4) Hai un momento preferito per scrivere? Qual è?La sera tardi è il momento migliore per me; di solito scrivo tra mezzanotte e le 3 o 4 del mattino. Scrivo anche in altri momenti, come la mattina tardi o nel primo pomeriggio ma la sera tardi è il momento migliore. La mia mente è chiara e focalizzata, e non c'è nessuno a disturbarmi.
5) Da dove nascono le tue storie e i tuoi personaggi?
Beh, ho questa formula segreta, composta da una miscela speciale di aminoacidi, vitamine, minerali e il succo di un'erba senza nome (che va raccolta alla luce della luna, è molto importante)…
A dir la verità io non penso ai miei personaggi, "li trovo".
Capisco la necessità di prendere il cervello di uno scrittore e aprirlo per capire come funziona, ma sono spiacente di dire che non è qualcosa che puoi spiegare con la logica. Parlando metaforicamente - che è la cosa che può rendere meglio il concetto - è come se camminassi in un campo pieno di persone che fanno e dicono cose interessanti e tra me e loro ci fosse una parete di plastica.
In alcuni punti la plastica è trasparente e sottile: posso vedere tutto e sentire chiaramente quello che viene detto. Tutto quello che devo fare in questo caso è usare le mie capacità per mettere su carta quello che ho visto e sentito in modo da farlo arrivare dalla carta nella testa del lettore.
In altri punti invece la plastica è più spessa e offuscata. Riesco a vedere dei movimenti, ma non so sempre chi ha fatto cosa e riesco solo a catturare frasi o pezzi di quello che viene detto. In altri parti la plastica è nera, come quella dei sacchetti della spazzatura, e così spessa che riesco solo a sentire alcune parole attutite e a vedere delle forme che urtano contro. Quando succede questo io devo avvicinarmi e sentire con le mie mani, l'orecchio appoggiato alla plastica e gocce di sudore che scendono sul mio viso, cercando di immaginare cosa sta succedendo dall'altra parte.
6) Senti un particolare legame con qualcuno dei tuoi personaggi, e perché?
Certo. Con tutti.
Perché? Be', mettiamola in questo modo: non posso dirti quanto spesso le persone (e per la maggior parte donne, per qualche ragione) mi chiedono "Quanto c'è di te in Claire?" (La risposta ufficiale è 15.3%).
Ma c'è un gruppo di fans locali che ogni tanto in primavera mi porta da qualche parte a prendere il tè e mi interroga sui miei lavori futuri, e in una di queste occasioni si sono messi a discutere del personaggio di Black Jack Randall: "Oh, è così ripugnante!", "Lo detesto!", "E' così orribile, mi fa venir la pelle d'oca!"
E nel frattempo io me ne stavo seduta tranquilla bevendo il mio tè e pensando: "Non vi rendete conto che state parlando con Black Jack Randall, vero?"
Tobias Menzies interpreta Jack Randall nella serie TV
7) Ritieni che ci sia un modo per imparare a scrivere o raccontare una storia, oppure è qualcosa con cui si nasce? Onestamente non lo so. Io sono nata con questa capacità. Non ricordo un tempo in cui non avevo l'Altra Parte a cui guardare, per modo di dire.Questo non significa che uno non può imparare a raccontare una storia. Semplicemente non lo so.
8) Hai dei consigli da dare per un aspirante scrittore?
Certamente! Sono gli stessi consigli per qualsiasi scrittore.
LE TRE REGOLE DI DIANA GABALDON PER AVERE SUCCESSO COME SCRITTORE:
1. Leggere
2. Scrivere
3. Non fermarsi mai!
(La #3 è la più importante!)
9) Che rapporto hai con le traduzioni straniere dei suoi libri?
Solitamente non ho nessun tipo di relazioni con le traduzioni. Un'eccezione è la traduttrice tedesca Barbara Schnell, che è anche una cara amica, e con la quale lavoro strettamente quando fa le traduzioni.
Quest'estate sono stata fortunata ad incontrare la mia traduttrice italiana Valeria Galassi. E' una persona deliziosa e ho sentito cose meravigliose sulla sua traduzione italiana.
10) Che cosa stai leggendo in questo momento?
Sto leggendo "The full cupboard of life" di Alexander McCall Smith, "Warwolf" di Lons e molti libri sui club da gioco del 18° secolo.
11) Che libro porteresti su un'isola deserta?
Quanti ne posso portare? Se il numero è limitato, credo che porterei l'Enciclopedia Britannica e la Bibbia.
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Visto com'ero diplomatica anni fa?
Il mio consiglio comunque è sempre lo stesso.
Leggete i libri. Guardate la serie TV.
*intervista curata da me e Indygirl