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chiang mai

Creato il 25 febbraio 2011 da Veronicaitinerante
Il nord della Thailandia è più economico , più rurale, più hippy style, più bancarelle, più borse colorate e più cibo per strada. La Città vecchia era delimitata da delle mura e ora ne sono rimaste le 4 porte principali e gli angoli e tutto in torno è circondata da un canale come un castellochiang mai medioevale e la sera con le luci devo dire che era carina. C’ è anche una zona commerciale e una via piena di locali notturni con il campionato di calcio inglese allo schermo. Essendo andata durante il week end la città era un mercato senza fine, qui mi son arrivata da Bangkok con Ana , la ragazza spagnola conosciuta in Tulum, insieme abbiamo noleggiato uno scooter con l’intenzione di andare con un tour fai da te per i villaggi circostanti, e dato che volevamo fare le fighe avevamo una specie di mappa scuole elementari, per fortuna ad un certo punto quando abbiamo i visto il cartello Chang Rai ci è venuto un dubbio e abbiamo chiesto in formazioni sennò saremmo finite in Cina! E la Cina è vicina! Piccolo il mondo, rincontrare persone chiang maiconosciute a inizio viaggio. Mi sembra di essere partita una settimana fa, invece son passati 16 mesi e ne ho viste e fatte di cose, ne ho conosciute di persone, e quando dico che sembra passata solo una settimana è perché ho ancora la voglia di vedere, visitare e svegliarmi in posti diversi tra nuovi odori e colori. I sedici mesi sono passati pieni e vivi, se forse mi sarei fermata in un solo posto avrei realizzato di più il passare del tempo, ma essendo stata sempre in movimento tra molti input , no, il tempo è percepito diversamente, la fine di un viaggio è subito l’inizio di un’ altro, si può viaggiare rimanendo per mesi o anni nello stesso posto, viaggiare non è spostarsi, viaggiare è aver voglia di scoprire cose nuove, di aver sempre la curiosità nel cuore di incontrare nuove persone.
Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: "Non c'è altro da vedere", sapeva che non era vero. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito. (José Saramago)

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