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Chiarimenti sulla storia del latte scaduto e rimesso in commercio

Creato il 15 ottobre 2010 da Spesacritica

latte1 Chiarimenti sulla storia del latte scaduto e rimesso in commercioCari lettori, oggi voglio rassicurarvi circa una storia FALSA che è tornata a circolare queste settimane in particolare su facebook, creando allarmismi e paranoie del tutto INUTILI: la storia parla di un procedimento legale secondo il quale le confezioni di latte scaduto vengono nuovamente immesse nel mercato (e quindi negli scaffali dei supermercati) grazie ad un ulteriore processo di bollitura del latte (pastorizzazione). Per far credere alle persone che tutto questo sia vero è stato dato come riferimento un numero o una serie di numeri consecutivi stampati esternamente nel fondo della confezione in tetrapack del latte. Per capire meglio leggiamo attentamente i testi originali dei due messaggi ingannevoli attualmente in circolazione:

PRIMO MESSAGGIO —>VEDI FOTO<— “Il latte ha una scadenza. Il latte scaduto non venduto viene mandato di nuovo al produttore che PER LEGGE può effettuare di nuovo il processo di pastorizzazione a 190 gradi e rimetterlo sul mercato.
Questo processo PER LEGGE può  essere effettuato fino a 5 VOLTE.
Il produttore è obbligato a indicare quante volte è stato effettuato il processo, e in effetti lo indica, ma a modo tutto suo, nel senso che chi si è mai accorto che il latte che sta bevendo è scaduto e ribollito chissà  quante volte? Il segreto è guardare sotto il tetrabrick e osservare i numerini.
Ci sono dei numeri 12345. Il numero che manca indica quante volte è scaduto e poi ribollito il latte.
ES. 12 45 manca il “tre”: scaduto e ribollito 3 volte.
Ma non finisce qui, perché in uno scatolo da 12 buste ci saranno alcune buste dove manca il numero e altre dove ci saranno tutti i numeri.
Attenzione tutto lo scatolone avrà  ricevuto questo trattamento. In questo modo le aziende si arricchiscono, riciclando di fatto il latte scaduto, e chi ne paga le conseguenze siamo noi che di fatto beviamo acqua sporca.
DIFFONDETE.”

SECONDO MESSAGGIO: —>VEDI FOTO<— “Il latte in cartone, quando non è venduto dopo un determinato termine di tempo è rispedito in fabbrica per essere pasteurizzato un’altra volta…Questo processo può ripetersi fino a 5 volte, cosa che conferisce al latte un sapore diverso da quello iniziale, aumentando la possibilità di cagliare e riduce significativamente la sua qualità, nonché anche il valore nutritivo diminuisce…
Quando il latte ritorna sul mercato, il piccolo numero che vedete dentro il cerchietto nel file allegato viene modificato.
Questo numero varia da 1 a 5.
Sarebbe conveniente comprare il latte quando il numero non supera il “3″. Numeri superiori comportano una diminuzione nella qualità del latte. Questo piccolo numero si trova nella parte inferiore del cartone; se compri una scatola chiusa, è sufficiente controllare uno dei cartoni, tutti gli altri avranno lo stesso numero.
Ad esempio: se un cartone ha il numero 1, vuol dire che è appena uscito dalla fabbrica; ma se ha il numero 4, significa che è già stato pasteurizzato fino a 4 volte ed è stato rimesso sul mercato per essere venduto…”

In merito è intervenuto il Dottor Denis Avanzi, Responsabile Qualità R&S – Centrale del latte di Torino & C Spa – spiegando che è si possibile che i contenitori del latte riportino dei numeri sul fondo del pacchetto e che il significato di questi numeri può variare a seconda della tipologia del prodotto e dell’azienda produttrice, ma che in ogni caso sono impiegati per favorire o garantire la rintracciabilità del prodotto o dei contenitori utilizzati.

La Tetrapack da parte sua, riferisce invece che i numeri presenti sotto alle confezioni in Tetrapack (non solo quelle del latte quindi, ma anche di vino, succhi di frutta, legumi, panna ecc..) si riferiscono al processo di produzione del contenitore in se e non di quello del contenuto: i numeri pertanto sono da riferirsi solo ed esclusivamente al contenitore.

Cito dal comunicato ufficiale Tetrapack in merito alla questione: “I contenitori Tetra Pak, durante la produzione sono stampati su bobine-madri di carta larghe circa 1,5 metri che successivamente vengono tagliate, a seconda dei formati, in 5 o 6 rotoli pronti per il confezionamento. Per assicurare la rintracciabilitá del materiale di imballaggio, i contenitori che costituiscono queste bobine vengono contraddistinti, con intervalli regolari e in modo sequenziale, con i relativi numeri da 1 a 5 o 6 a prescindere dal prodotto contenuto (latte, succhi, vino, etc.).
Questo é il motivo per cui sul fondo delle confezioni possono esssere presenti questi numeri di identificazione che nulla hanno a che fare con gli alimenti confezionati.”

Come potete vedere è una storia falsa! Quindi se vi capita di leggere questa notizia sul web provvedete a informare coloro che ci son invece cascati, così non staranno con il naso all’insù per controllare le confezioni al supermercato!

fonte: www.codacons.piemonte.it


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