E’ un po’ strana la notizia sui gadget spia (chiavette USB e caricabatterie per cellulari) che sarebbero state distribuite al G20 che ha avuto luogo il 5 settembre a San Pietroburgo, in Russia: gli unici a diffonderla sono stati La Stampa e il Corriere della Sera. Le altre testate, anche straniere, citano esplicitamente i due giornali italiani, informati da non precisate fonti diplomatiche UE.
Il presidente del consiglio europeo Herman Van Rompuy - unico nome citato – rientrato a Bruxelles dal summit, avrebbe consegnato i dispositivi ai servizi di sicurezza per verificarli. I servizi di intelligence tedeschi avrebbero poi accertato che “chiavette USB e cavi di alimentazione sono idonei a catturare clandestinamente dati da computer e telefoni cellulari”, attraverso due trojan-horse.
La Russia smentisce, ma l’opinione pubblica assimila la notizia. D’altra parte è difficile immaginare che operazioni di spionaggio e montoraggio su larga scala vengano attuate solo da USA e Regno Unito. Anzi, oltre alla Russia mi aspetto la diffusione di notizie che facciano entrare in scena altri protagonisti: al momento girano rumors su Paesi occidentali (gli USA già dicono che molte informazioni riservate in possesso della NSA provengono da servizi di intelligence europei), ma non mi stupirei se, a breve, l’attenzione si dovesse spostare su nazioni medio-orientali e orientali.
La notizia rimane di dubbia attendibilità, per essere più verosimile sarebbe opportuno approfondire qualche aspetto, ad esempio:
- di questa notizia parlano solo due giornali italiani, ma il bubbone sembra sia scoppiato in seguito ai sospetti del presidente del consiglio europeo, perché nessun’altra testata europea è stata in grado di ottenere notizie di prima mano al riguardo?
- quanti tipi di chiavette USB hanno distribuito al G20?
- è possibile capire se i dati catturati da questi dispositivi siano stati trasmessi (e a quali destinatari)?