« Tu es Petrus, et super hanc petram aedificabo Ecclesiam meam et tibi dabo claves regni Coelorum. » « Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e a te darò le chiavi del Regno dei Cieli.
Pieter Paul Rubens – San Pietro
» (Vangelo secondo Matteo XVI, 18-19; Città del Vaticano, scritta intorno alla cupola di San Pietro.) Simone, detto Pietro (Betsaida, 2-4 ? – Roma, 67 circa), fu uno dei dodici apostoli di Gesù; è considerato il primo papa della Chiesa cattolica. Nacque in Galilea, e fu un pescatore ebreo di Cafarnao. Il suo nome originario era Šim’ôn (שמעון, lett. “colui che ascolta” traslitterato in greco come Σίμων). La Basilica a Roma, sede papale è dedicata proprio all’apostolo Pietro, in suo onore ogni anno celebra ben quattro feste.
Il 18 gennaio e il 22 febbraio viene ricordata la fondazione delle due sedi episcopali di Roma e di Antiochia (quest’ultima fu sotto la sua autorità per sette anni circa), il 1º agosto si celebra invece il miracolo delle catene.
Ed, infine, il 29 giugno, che è anche la più nota viene commemorato il suo martirio.
Catene di san Pietro, custodite in san Pietro in Vincoli
La sera precedente la festività, e cioè, quella del 28 giugno si ha la benedizione dei palli da parte del Pontefice. Il mattino seguente, al cancello centrale della basilica Vaticana viene appesa la “nassa del pescatore”, a ricordare l’umile mestiere di Pietro. Contemporaneamente, nella basilica Lateranense si assiste all’ostensione dei reliquiari contenenti le teste di san Pietro e di san Paolo. Nella chiesa di San Pietro in Carcere, dopo una celebrazione sacra, si può compiere la visita alla prigione dove l’apostolo venne rinchiuso dopo l’arresto.
Nei Vespri e nella Lodi viene recitato o contata l’inno Decora lux aeternitatis auream. Nel nostro Paese, il 29 giugno, giorno di san Pietro e Paolo, fino al 1976, era giorno festivo concordatario, ma la festività è stata abrogata nel marzo 1977, rimanendo solo come festa patronale per la città di Roma. In Ticino è tuttora giorno festivo. ( cfr wikipedia)
Il 29 giugno vi era l’usanza nel rione di Castellammare, a Palermo, di imbandire tavole con cibo, vino, “babbaluci” (lumache condite con aglio e olio) e molto altro.
Gli abitanti di questo rione erano molto devoti a San Pietro, tant’è che venivano chiamati “Sanpietrani”, e questo nonostante in quel rione non vi fosse una chiesa a lui dedicata, che suscitasse nel popolo, almeno, il fervore della fede.
Chiavi di san Pietro
La sera della vigilia e per tutta la notte il divertimento era la prerogativa popolare, la festa ha, da sempre, avuto un carattere di esclusivo divertimento e di “manciunaria” (festini culinari).
Tradizionalmente in questa occasione, i “tavulieddi” organizzavano ogni ben di Dio e ai ragazzi venivano regalati dei caratteristici biscotti a forma di chiave.
Nonostante il carattere bucolico dei festeggiamenti, questo simbolo riconosceva in San Pietro l’autorità custode delle chiavi del Paradiso. Il banchetto in onore al santo, veniva poi arricchito dalle “Chiavi di San Pietro”, un dolce caratteristico, a forma di chiavi, confezionato con pasta mielata.
In quel giorno, inoltre, vi era l’usanza che tutti i fidanzati, regalassero all’amata una bella
“chiave” per aprire il loro cuore.
Il rione venne distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, e la festa non venne più celebrata.
Rimase invece invariata la tradizione di preparare i biscotti a forma di chiave che ancora oggi, in occasione della ricorrenza, vengono vendute con diverse varianti.
In questa data, in occasione della festa dei Santi Pietro e Paolo, in alcune pasticcerie siciliane legate alle antiche tradizioni, è possibile trovarli, adornati con decorazioni variopinte.
San Pietro è spesso raffigurato con le chiavi del Paradiso, detta iconografia si incomincia ad avere dal IV secolo e qui è spesso rappresentato con un bastone nella mano, e successivamente una croce con una lunga asta trasportata sulla spalla e, nelle raffigurazioni dei sarcofagi del V secolo, Gesù presenta a Pietro le chiavi (solitamente due, talvolta tre);
La consegna delle chiavi a San Pietro (Cappella Sistina Roma. 1481 – 1482)
dalla fine del VI secolo la rappresentazione con le chiavi risulta prevalente e queste diventano un caratteristico simbolo del santo come attributo specifico, oltre alle chiavi, a partire dal XIV secolo vi è anche un bastone con tre aste trasversali, che diventa simbolo del papato pietrino, mentre la croce capovolta ne indica il martirio.
Raramente appaiono come attributi anche il gallo, il pesce o la barca.
Gastronomicamente, come avviene spessissimo nel nostro Paese, al alla festività che celebra il Santo corrisponde un dolce tipico che in Sicilia, e, nello specifico a Palermo, consiste in un biscotto a forma di chiave dalla pasta morbida e duttile, che viene prodotto in alcune pasticcerie proprio il 29 di giugno.
I palermitani lo chiamano “Chiavi ri San Pietru”, una volta preparata la pasta e distesa su di un piano di marmo, vengono ritagliate delle chiavi, con un apposito stampo; dopo la cottura vengono spennellate con del miele e poi spolverizzate con zucchero colorato che richiama i colori del nostro tricolore italiano, molto attenuati nel caso di pasticcerie più raffinate, più accesi in caso contrario, e, decorati con i caratteristici confettini di zucchero bianco all’anice, da cui mutuano l’inconfondibile sapore che le caratterizza.
La Chiave di san Pietro da guinnes ad Altavilla Milicia
Ovviamente ci sono anche quelle più ricche preparate con maggior maestria che utilizzano del pan di Spagna e sono decorate con panna e frutta sciroppata.
Anche se oggi questa antica usanza è caduta in disuso, è rimasta invece, la consuetudine di preparare i biscotti che, confezionati in buste di plastica trasparente chiuse da un nastrino rosso, sono venduti nelle migliori pasticcerie di Palermo.
Nel 2010 ad Altavilla Milicia, provincia di Palermo, in occasione della festività è stata realizzata una chiave di 5 metri.
La chiave di San Pietro può essere realizzata anche con la pasta di mandorle anziche’, la pasta frolla o, in parte, con il pan di Spagna. Inoltre, si può anche guarnire con glassa di zucchero, miele, codine colorate di zucchero, pistacchi tritati e frutta candita.
Se invece, volete provare anche voi a realizzarle, ecco a voi due ricette:
Chiavi di san con pasta frolla
Ingredienti (10 chiavi di media grandezza (o 5 grandi):
- 200 g di farina 00,
- 100 g di burro (o margarina),
- 2 tuorli, – 100 g di miele ( o sciroppo d’acero o d’agave),
- 100 g mandorle (facoltative),
- zucchero granuloso q.b.,
- confettini bianchi all’anice (fondamentali),
- colorante verde e rosa per alimenti.
Chiavi di san Pietro decorate
Esecuzione:
Lavorate la farina con il miele, il burro e i tuorli fino ad ottenere un composto liscio, compatto ed omogeneo.
Tritate le mandorle in grossi pezzi e aggiungetele all’impasto. Stendete la pasta ad altezza di mezzo centimetro circa. Tagliate una sagoma di cartone a forma di chiave dell’altezza di 15 cm. Circa (per la chiave piccola) di 30 cm per la chiave grande.
Sovrapponete la sagoma alla pasta stesa e ritagliatela. Disponete le chiavi, facendo attenzione a non deformarle, in una teglia e infornate in forno preriscaldato a 200 °C per circa mezz’ora, avendo l’accortezza di girarle dopo un quarto d’ora in modo da farle dorare da entrambe i lati. Una volta cotte, lasciatele raffreddare. Nel frattempo prendete 3 bicchierini di carta e mettete all’interno di ciascuno 2 cucchiai abbondanti di zucchero. Versate in un bicchierino la punta di un cucchiaio di colorante verde, e mescolate fino a rendere lo zucchero di un verde tenue omogeneo. Fate la stessa cosa con il colore rosso nel secondo bicchierino. Lascerete invece intatto lo zucchero bianco nel terzo bicchierino. Spennellate con pochissimo miele le chiavi ormai raffreddate e cospargetele con lo zucchero dei tre colori, in modo da simulare l’alternanza della bandiera italiana. Allo stesso modo, cospargete le estremità del biscotto con gli “anicini”, ovvero confettini all’anice che conferiscono il gusto caratteristico a questo antico dolce.
Chiavi di san Pietro in pasta di mandorle
Ingredienti
- 300 g di cioccolato fondente
- 250 g di mandorle pelate
- 250 g di zucchero a velo
- 250 g di conserva di cedro
- 75 ml di acqua
- 1/2 bustina di vanillina
- Succo di mezzo limone
- Cannella in polvere q.b.
- Colorante per alimenti
Esecuzione:
Per la pasta di mandorle
Macinate le mandorle e ricavatene della farina. Quindi sciogliete lo zucchero in 75 ml di acqua a fuoco lento.
Quando lo zucchero comincerà a filare, spegnere il fuoco e aggiungetevi la cannella in polvere, la vanillina e la farina di mandorle.
Amalgamate bene fino a che il composto non avrà assunto una consistenza compatta, liscia e morbida e tenderà a staccarsi dalle pareti del tegame.
Bagnate quindi una spianatoia con dell’acqua e versatevi la pasta di mandorle ottenuta.
Quando questa si sarà intiepidita, lavoratela un altro po’ per renderla ancora più liscia e omogenea e, dopo averne messo da parte un terzo, stendete la pasta di mandorle rimanente in una sfoglia non troppo sottile da dividere in due rettangoli da modellare a forma di chiavi.
ancora variazioni, chiavi di san pietro di gelato, foto tratte dal sito le Torte di antonio
Spalmate la conserva di cedro su una delle chiavi di San Pietro e coprire questa con l’altra chiave, avendo cura di chiudere e rifinire bene i bordi.
Colorate l’altro terzo di pasta di mandorle e usatelo per creare le decorazioni da applicare sulla chiave di San Pietro seconda del vostro estro creativo, quindi mettete il preparato ad asciugare per un paio d’ore.
Trascorso questo tempo, spennellate la chiave con una glassa di cioccolato fondente e succo di mezzo limone preparata a bagnomaria, trasferitela su una teglia rivestita di carta forno ed infornate a 150° per 5 minuti.
Una volta pronta, togliete la chiave di San Pietro dal forno e mettetela a raffreddare a temperatura ambiente prima di servire.