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CHICAGO BLOG » Aritmetica di un salvataggio – di Gerardo Coco

Creato il 05 settembre 2012 da Artigianauta
CHICAGO BLOG » Aritmetica di un salvataggio – di Gerardo Coco


Quando la BCE tra il mese di luglio 2011 e il mese di febbraio 2012 ha immesso nel sistema bancario europeo 1,3 trilioni di euro (in soli nove mesi!) per soccorrere il sistema bancario (espandendo così il suo bilancio a tre trilioni, una cifra ben superiore al PIL tedesco) avrebbe dovuto essere chiaro che l’estrema gravità della crisi europea non solo era di molto superiore a quella di cui i leader europei parlavano, ma che fino ad allora avevano mentito sulla reale esposizione dei paesi membri che ha reso la crisi irreversibile. Non è l’euro ad essere irreversibile come dice il governatore della BCE, ma la sua crisi.

Ancora oggi la reale ampiezza della voragine che si è spalancata nell’eurozona ci è ignota e solo la “liquidazione” del sistema potrebbe fare emergere la verità.Si consideri ad esempio la crisi della Grecia iniziata nel 2010 e dopo ben due anni rimasta irrisolta. Questo paese rappresenta appena il 2% dell’economia europea e si sta facendo di tutto per ritardarne l’uscita dalla eurozona. Il vero motivo? Per gli analisti che hanno ben scavato nei bilanci, la reale esposizione greca verso i paesi membri, è di oltre 1 trilione. Ecco il motivo per cui l’Europa continua a erogarle denaro nonostante sia in bancarotta completa e non abbia ottemperato a nessuna delle misure fiscali richieste. Si temono le ripercussioni della sua uscita su un sistema bancario già barcollante.Nel 2012 è poi esplosa la crisi della Spagna che ha riguardato contemporaneamente il sistema bancario e il debito sovrano. Nel giro di appena un week end si è cercato di tamponare la falla, ma poi ci si è accorti che era un’altra voragine che faceva anche di questo paese un problema europeo: Tutto il sistema bancario è seduto infatti su una polveriera: il mercato del debito spagnolo, pari a €2.1 trilioni. L’Europa funziona così: quando i paesi emettono debito questo viene immediatamente acquistato dal sistema bancario e parcheggiato nei bilanci come “senior asset”, cioè come attivo a basso rischio (!). Le banche quindi concedono prestiti a terzi e fanno colossali operazioni di investimento a fronte di questo attivo. In caso di default della Spagna gli attivi a copertura del portafoglio investimenti andrebbero quindi immediatamente in fumo e i tassi di interesse salirebbero alle stelle facendo crollare tutto il sistema europeo. E accenniamo solo di sfuggita a ciò che accadrebbe al mercato dei derivati basati sui tassi di interesse preesistenti. Molto probabilmente Wall Street verrebbe chiusa per qualche tempo. Insomma la Spagna, come la Grecia, rimane un grave problema irrisolto.Se l’Italia naviga in difficoltà non godono buona salute neppure Francia e Germania il cui debito rispetto al PIL è ormai al 90%, un livello che di solito fa scattare il declassamento di un paese da parte delle agenzie di rating.Eppure, nonostante questa realtà, il governatore della Banca Centrale, Mario Draghi, ostenta sicurezza facendo intendere di avere sotto controllo la situazione e di poter risolvere tutti i problemi. Noi, invece, crediamo che l’euro sia in coma irreversibile e che quindi the game is over. In altri termini non esiste nessuna strategia politica e finanziaria credibile che possa salvare l’eurozona.Proviamo infatti ad analizzare le opzioni di salvataggio e la loro plausibilità concentrandoci soprattutto sulle due entità portanti dell’eurozona la BCE e la Germania a fronte dei meccanismi di salvataggio come l’EFSF, l’EMS e il FMI.Continua............................

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