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chiedilo allo Steward: 7 domande in volo

Creato il 23 luglio 2014 da Paola Annoni @scusateiovado

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7 domande che mi sono venute in mente tra un pisolo e l’altro in 13 ore di volo (sì, ho detto pisoli… Vorrei quasi gridare al miracolo!) da fare ad uno steward di una lunga tratta.


E così, visto che avevano giá l’aria di essere gentili e simpatici, mi avvicino tutta sorridente e chiedo se posso chiedere una cosa… Non faccio in tempo a parlare che mi sento rispondere “è successo qualcosa? Vuole scendere? Vuol sapere se c’è un paracadute? Sta collezionando qualcosa? Vuole il numero di telefono di questo ragazzo (indicando uno stewart accanto che… Beh, magari se non viaggiassi accompagnata gli avrei pure detto di sì!)? Mi viene da ridere, la tratta su cui sto volando è Roma – Los Angeles quindi l’equipaggio mi sembra principalmente dddde Roma. E ammettiamolo, i romani come battuta pronta, sono 10 passi avanti agli altri. Ecco quindi alcune domande che mi sono balzate in mente più di una volta e che non ho mai osato chiedere (e che il grandioso Daniel di  Mondo Aeroporto non ha toccato… O non ho letto. È cominciata così una bella chiacchierata che mi ha rilassato per un po’ durante le lunghe 13 ore… E così grazie mille a Roberto, Manuel e Mauro in volo sulla tratta Roma Los Angeles di Alitalia (AZ 620).
A proposito di Alitalia… Di solito la evito dopo un viaggio poco piacevole, ma questo giro devo ammettere che è stato tutto impeccabile: dal check in a terra (Linda? Forse!) ci ha imbarcati sul volo prima evitandoci di fare la maratona atterrati a Roma e sul volo… Siamo stati bene. Oltre al fatto che hanno sopportato le mie domande più assurde

In quanto tempo avete sviluppato la capacitá di sedervi e dormire istantaneamente? Ogni quanto potete fare dei pisolini?
Dipende molto dal tipo di volo, se è pomeriggio è difficile dormire e provi a rilassarti stando seduto. Manuel punta il dito su un altro aspetto a cui non stavo pensando:”Il più è riuscire a non dormire quando muori di sonno…! Quella è una capacità difficile da sviluppare…!”

Anche voi scegliete da mangiare tra meat or pasta o vi fate i panini a casa da scaldare?

Se vuoi sopravvivere in salute è meglio portarsi il cibo da casa (quando qualcuno non porta la pizza o similari!), perchè mangiare cibo da aereo 20 giorni al mese è decisamente pesante. Quindi meglio qualcosa preso a terra.

Qual’è la situazione più imbarazzante in cui vi siete trovati?

Mauro ride e mi risponde subito “a parte farci fare domande così?”. Mi chiedono subito se siutazione imbarazzante intendo tragica o divertente. Ovviamente voglio sapere entrambe. Quando ci si trova davanti qualcuno che sta male, quello ti mette a disagio, perché per quanto sei addestrato non sei un medico e men che meno uno del pronto soccorso.  Quando uno ti si avvicina, non parla, ribalta gli occhi e sviene… Beh, quella è una situazione impegnativa.Divertente? Beh, un grande classico: due che si accoppiano sui sedili.

Chi sceglie la temperatura sull’aereo? Di regola nel lungo raggio la sceglie il capo cabina, e se tutto funziona, impostandolo sui 24 gradi si sta bene.  Il punto è che è diviso a comparti quindi non è omogenea per quello. Quindi, sui voli a lungo raggio in cui si ghiaccia sapete chi tirare per la giacca. Su quelli corti invece, bisogna bussare in cabina di pilotaggio. Ma non credo che l’equipaggio ve lo lascerá fare.

Gli spiego che la domanda mi sorge pensando alle compagnie aeree “arabeggianti”, in cui devi portarti il parka per non farti venire una congestione appena salita sull’aereo … “Quelli c’hanno caldo dentro! Hanno la stessa fissa degli americani per i condizionatori…”  Quindi come in un ufficio si litiga sul termostato anche qui, sceglie chi si avvicina prima alla rotella.

Di che nazionalitá sono i passeggeri migliori?
Senza nemmeno lasciarmi finire la domanda Roberto risponde subito “i giapponesi!”, perché non solo anche dopo una tratta lunga come Roma – l’aereo é pulito… Ma i bagni lo sono! Pulitissimi.
Non posso allora non chiedergli quali sono i peggiori. Risponde, ma ho promesso di  non dirlo.

Vista la mia poca passione per il volo, cerco rassicurazioni facendo la domanda più stupida.

Avete mai avuto paura? Come gestite la gente con paure pazzesche di volare o attacchi di panico? Roberto risponde di no, che di paura non ne ha mai avuta (statisticamente parlando quindi non dovrei averne neanche io!)  e mi racconta come poco tempo fa ha dovuto fare decollo e atterraggio tenendo la mano a due signori (seduti vicini ma che non si conoscevano). Ci vuole pazienza, e soprattutto imparare a dire le cose nella maniera più tranquillizzante possibile. Se uno è in preda ad un attacco di panico a 12000 metri non c’è nulla da fare, puoi spiegargli per filo e per segno ogni cosa ma non c’è parola che tenga. Se uno ha solo fifa… Beh, farti vedere calmo è il primo passo per trasmettere la calma a lui.
La cosa che mi ha stupita di più è stata sentirmi dire che a volte sì, ci sono colleghi che hanno paura… Soprattutto le donne, quando diventano mamme, non è più la stessa cosa.

Che ore sono per voi? Sorridono, “bella domanda”. Per cibo e sonno, se ti vuoi bene, cerchi di tenere il ritmo di casa, altrimenti il tuo corpo va in tilt. Prima quando ci si fermava qualche giorno nella destinazione del volo, si poteva provare ad adattarsi al ritmo locale, ma adesso che si va e si torna subito, o tieni l’orario di casa o non capisci più dove sei.

Gliele avrei fatte altre mille a dir la veritá… Ma magari stalkero quelli al ritorno!


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