Tutte le volte che rifletto sull’anima, sulla mente o sull’identità non dovrei mai dimenticarmi degli ormoni: noi esseri umani siamo soprattutto chimica, ma troppo spesso non lo teniamo in considerazione.
L’ha detto bene Louann Brizendine nel suo libro “Il cervello delle donne”, ma per gli uomini forse è ancora peggio. Esistono persino i geni della fedeltà e della monogamia, pensate un po’.
Cioè, non sempre la cultura, la civiltà, l’educazione, la morale la convivenza civile, l’evoluzione sociale, l’ambiente, riescono a filtrare tutta la faccenda.
Prendiamo per esempio la felicità e l’infelicità: tutte quelle endorfine che entrano in gioco, la serotonina e altre regine del buon umore che se non ci sono è un casino della marianna.
La depressione solo da poco è stata riconosciuta come una disfunzione chimica, e a molti ancora non è entrato in testa: tante volte la differenza tra il suicidio e la vita la fa uno scompenso assolutamente risolvibile in laboratorio.
Ci sono persone a cui si grippa la tiroide e devono prendere la tiroxina per compensare, ci sono persone a cui si grippano i neurotrasmettitori e c’hanno altro da prendere.
Per sei mesi o per sempre.
La qualità della nostra vita risiede talvolta in fattori che prescindono da noi.
Essere magra o grassa, pelosa come un babbuino o glabra come il marmo, avere le tette di cemento armato o due orecchie da cocker arrotolate nel reggiseno, avere il monte di venere discreto o un anodonte da mezzo chilo negli slip: spesso è tutta una faccenda chimica.
E se siamo stronzette acide, pacifiche disinteressate al sesso o cagne in calore, questo può fare grosse differenze: non solo nei nostri rapporti interpersonali, ma anche alle urne quando votiamo, nel lavoro che facciamo, in come cresciamo i nostri figli e in come sviluppiamo i nostri talenti.
Io ho provato la pace che regala il totale disinteresse nei confronti del sesso: si lavora che è una favola, tutte le energie possono essere convogliate nelle altre passioni, non esistono né la frustrazione erotica né quella sentimentale, non c’è nessun vuoto da riempire, nessun bisogno da soddisfare che non dipenda esclusivamente da noi stessi. Insomma: un paradiso.
Ho provato anche la rinascita ormonale, i sogni che si fanno epidermici e orgiastici, cose che si gonfiano e si inumidiscono, lo sguardo che cambia e si fa rapace: è pazzesco, fastidioso e divertente.
Ma foriero di innumerevoli casini e potenziali vergogne.
I nostri flussi ormonali, i dosaggi di cui viviamo, cambiano moltissimo il nostro sguardo sul mondo, i giudizi che diamo degli altri, quello che riusciamo a combinare della nostra vita: ci sono persone che sono talmente occupate a rincorrere le mutande altrui che non riescono nemmeno a gestire bene la propria carriera professionale, la propria evoluzione come esseri umani o a portare avanti equilibrati rapporti d’amicizia.
Dovremmo sempre ricordare l’ingerenza ingombrante che la nostra parte chimica ha su ciò che siamo, prima di formulare qualsiasi tipo di giudizio su noi stessi e sugli altri, e prima di studiare in che modo questa parte chimica riesce a mettersi in relazione con la nostra parte morale: che sia per gestire in modo pacifico le liti condominiali o per appendere lettere scarlatte come se non ci fosse domani.
Ci sono cose che non sono né perdonabili né accettabili, e che comportano responsabilità precise. Ce ne sono altre, invece, che meriterebbero un po’ più di clemenza, individuale e collettiva.