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Chirurgia al cervello da svegli all’ospedale di Alessandria

Creato il 31 marzo 2011 da Lapulceonline

ospedale antonio biagioPochi centri specializzati in Italia eseguono interventi chirurgici al cervello, da svegli. “Awake surgery with brain mapping” è la tecnica innovativa che da oltre due anni e mezzo utilizzasno anche i neurochirurghi dell’Azienda Ospedaliera “Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo”: sono quasi quaranta i pazienti con tumori in aree critiche trattati con successo sui quali è stato eseguito questo tipo di intervento. E per spiegare la complessità dell’intervento l’Azienda Ospedaliera ha prodotto un documentario con i chirurghi che realizzano l’intervento e alcuni pazienti che hanno accettato di raccontare la loro storia. Il documentario è stato realizzato a scopo divulgativo ed informativo: sarà infatti, utilizzato nell’approccio ai futuri pazienti per aiutarli a comprendere meglio la tipologia di intervento a cui saranno sottoposti, ma soprattutto ascoltare la testimonianza diretta di chi lo ha già affrontato.

Pietro Versari, direttore della Neurochirurgia: “Uno dei principali obiettivi della neurochirurgia è quello di trattare differenti patologie del cervello cercando di ridurre al minimo il potenziale danno delle funzioni cerebrali. Concetto è particolarmente valido nella patologia tumorale dell’encefalo, poiché una grande percentuale di questi tumori si localizza in aree fondamentali per il linguaggio ed i movimenti del corpo. Affinché la metodica sia accurata e affidabile, è necessario che il paziente sia sveglio e collaborante per buona parte dell’intervento chirurgico. A tal fine è necessario che nel periodo preoperatorio sia stata instaurata una relazione di confidenza e fiducia con l’equipe chirurgica, anestesiologica ed infermieristica. È necessario che il paziente possa contare su un supporto non solo medico ma anche psicologico ed umano, visto che lo sforzo sia fisico che emotivo è notevole”.

Nicoletta Vivaldi, direttore dell’Anestesia e Rianimazione, spiega: “Grazie ai nuovi farmaci dell’anestesia, è possibile ottenere una sedazione ed analgesia molto efficace lasciando integra la respirazione autonoma del paziente: in pratica, non c’è bisogno d’intubazione. Durante l’intervento l’anestesista è il punto di riferimento costante per il paziente, ma soprattutto per il chirurgo, che lavora secondo le indicazioni che gli vengono fornite dal paziente stesso nell’interazione con l’anestesista”.


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