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Chirurgia plastica

Da Leragazze

Chirurgia plastica

Premessa: non ho nulla contro la chirurgia estetica. Non trovo che ci sia niente di sbagliato nel ricorrervi quando dei difetti fisici ci angustiano al punto tale da renderli (e renderCI) insopportabili a noi stessi.
Non penso invece che dobbiamo farne ricorso per modificare il nostro aspetto. Non mi piacciono proprio le donne con seni innaturali tutti uguali, le labbra a canotto, la bocca a papera, gli zigomi alti…
(A proposito: mentre sto scrivendo mi sta passando davanti una collega che credo si sia stesa più volte sul lettino del chirurgo plastico: labbra, zigomi, occhi, naso e seno: ecco, questo, unito ai capelli biondo platino e a un pesantissimo trucco stile ciglia finte, lo trovo sinceramente eccessivo, anche perché, credetemi, il risultato è tutt’altro che naturale, e assolutamente orrido!)

Per non parlare poi di chi teme i segni dell’età e cede alle lusinghe del bisturi per ingannare il tempo che passa. … Come se bastasse una tiratina a occhi, guance e fronte per togliersi 10 anni! Quante ce ne sono di donne (spiace dirlo, ma in questo, ancora siamo più stupide degli uomini!) tutte tirate, con una pelle che nemmeno una ventenne… e poi mi cascano sulle mani che restano rugose e nodose di artrosi! Che tristezza!

Ma detto questo sono incappata di recente in una pubblicità assurda di una clinica di chirurgia plastica: intanto gli attori: un lui, (finto) bell’uomo, attempato, che con aria sorniona e un po’ mandrilla guarda 2 donne evidentemente rifatte: una più giovane e rifatta in modo più naturale; l’altra più “matura” e decisamente più “finta”: seno enorme, capelli biondo platino… ecc. ecc.
Non so se è più sgradevole il suo stringersi addosso al loro seno come per testarlo, per valutarne la consistenza, o lo sguardo giudicante con il quale lui sceglie la più giovane. Senza tralasciare l’espressione delusa sul volto dell’anziana scartata! Poveraccia!

Ma la chicca è lo slogan finale “La chirurgia plastica non è solo per le donne”, come a voler sottolineare che se noi ci rifacciamo una parte del corpo lo dobbiamo fare anche per piacere di più agli uomini, che usano il nostro corpo e quindi vanno assolutamente interpellati prima della scelta.
Ma evidentemente non consultati sull’opportunità dell’operazione, sulla scelta del chirurgo o della clinica. No, queste sono cose troppo importanti: sarebbe normale, quasi ovvio! No, la pubblicità ci dice che gli uomini devono essere consultati in merito alla grandezza del seno, o alla sua consistenza. Sulla grandezza delle labbra, sulla forma dei glutei. Come dei mecenati gli uomini commissionano all’artista (il chirurgo plastico) le loro opere d’arte in carne ossa e silicone. Poco importa se oltre al corpo c’è dell’altro. O forse oltre ai corpi di “quelle” donne davvero c’è ben poco.
Estremamente avvilente e fastidioso questo spot è sicuramente lo specchio dei tempi: siamo infatti circondati dalle varie Ruby, Noemi, veline e velonze, che ancora giovanissime, si sottopongono a pratiche chirurgiche invasive (e a volte anche pericolose) per cambiare il loro aspetto e omologarlo al modello che evidentemente il mercato richiede.
Che sia il mercato dello spettacolo, della moda, dei bunga bunga, delle escort (che quando ero piccola si chiamavano puttane d’alto bordo)… questo non è dato sapere.

Chirurgia plastica



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