Chiude l'Unità, ma... brindano gli sciacalli e i malpancisti

Creato il 30 luglio 2014 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Da brivido la battuta di Matteo Renzi: “Se l'Unità fosse stata del PD non avrebbe chiuso”. Anzi, Matteo ha detto sottilmente “nelle disponibilità” del PD, che è anche peggio. Dopo 90 anni chiude il giornale fondato da Antonio Gramsci. Non si sentono squilli di tromba né appelli accorati. Diciamo che l'Unità chiude in silenzio incapace di urlare, vizio che, purtroppo, ha perso da tempo. Chiude la testata storica di una sinistra che per sua colpa, sua grandissima colpa, non è riuscita a governare un paese che pure era nelle sue “disponibilità”. Vecchia, stanca, legata ai privilegi come berluscones qualsiasi, la cosiddetta sinistra rissaiola e radical deve solo piangere se stessa, perché non troverà un cane disposto a farlo al suo posto. Prima veltroniana, poi bersaniana, poi non si sa, l'Unità è stata l'Unitàfino a Padellaro, troppo di sinistra per dirigere un giornale che si stava politicamente riposizionando. Da Concita a Sardo, l'identità si è andata via via annacquando, con l'aggravante che sono finiti anche gli sponsor. Quando chiude un giornale c'è solo da piangere. È una giornata tristissima per tutti quelli che credono ancora che informare sia un dovere, essere informati un diritto. Ed è proprio per il vezzo antico di informarci e di capire ciò che accade oltre quello che si vede, che siamo convinti che l'Unità non morirà. Le dichiarazioni degli uomini di Renzi portano a questa conclusione. Chiuderà sicuramente questa Unità non malleabile e bersaniana, ne arriverà un'altra disegnata sul e dal nuovo leader. Altri volti, altre storie, altri nomi, la stessa testata, la solita politica stracciona.

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