Chiude “Una specie di spazio”, il ritrovo dei giovani artisti di Cremona

Creato il 27 giugno 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Alle elezioni non servono, sono pochi, non portano voti… Chi bada a loro? L’associazione va avanti ma il ritrovo chiude. “Una specie di spazio”, ritrovo di un gruppo di giovani artisti di Cremona e dintorni, non trova più spazio e non si sente più molto cremonese. Il blog dell’associazione segnala la chiusura dal 24 giugno ma è stata notata solo oggi su http:/unaspeciedispazio.blogspot.com. Qui sopra l’ultimo video.

Pessima notizia, anche se i giovani artisti andranno avanti. Che il rapporto con la supergerontocratica Cremona non abbia funzionato non stupisce molto. Fronterrè sulla home page del blog parla di un “professorucolo” dalle “velleità dittatoriali”, del “sempiterno aperitivo” e di “grandi bugie”. Di questi giovani non si è sentito il bisogno ed è in ogni caso male, una sconfitta. Il loro blog mostra le loro attività, come anche l’omonimo canale Youtube. Forse è solo un primo tempo. Vince per ora l’arte blindata e imprigionata tra i muri e gli scatoloni come Cremonafiere, vincono i quadri appesi ai muri e morti come muri. Riporto il testo di Federico Fronterré a nome dell’associazione sperando in ben altri tempi.

Ogni luogo vive di regole proprie, e così la città di Cremona, non differente da altre, dove si alternano gradevoli momenti di fervore a lunghi periodi di stasi, dove il colore di una giunta, le velleità dittatoriali di un professorucolo, il sempiterno aperitivo al sempiterno localino, le grandi bugie bianche che devono rendere bellissimo il quotidiano, lottano con la necessità di vedere e di fare, di colloquiare nei silenzi fregandosene della dialettica fine a se stessa, con il bisogno di fare ricerca e di aiutare chi lo merita, di scoprire che c’è uno spirito nelle cose, un genius loci, e che per mantenersi puri è necessario sottrarsi a quello che ti fa perdere tempo. Ecco, lo spazio di Una Specie di Spazio cominciava a farci perdere tempo. Anche la città comincia a farci perdere tempo. E così le persone. Triste ed opinabile, è vero, ma quano non è il tuo lavoro quello di sopportare le idiosincrasie altrui, allora meglio smettere.  Ovviamente l’associazione non chiude, non può, anche perchè le persone nonchiudono. Ci sono un mucchio di cose che si possono fare senza una sede, anche negli inverni freddi, per quanto sia più difficile farle, e altre le faremo a brevissimo. Come il nostro nume tutelare Perec diceva “metto un quadro su un muro. Poi dimentico che c’è un muro. Non so più che cosa c’è dietro il muro, non so più che c’è un muro, non so più che questo muro è un muro, non so più che cos’è un muro. Non so più che nel mio appartamento ci sono dei muri, e che se non ci fossero muri, non ci sarebbe l’appartamento. Il muro non è più ciò che delimita e definisce il luogo in cui vivo, ciò che lo separa dagli altri luoghi in cui gli altri vivono, non è più che un supporto per il quadro. Ma dimentico anche il quadro, non lo guardo più, non lo so guardare. Ho messo il quadro sul muro per dimenticare che c’era un muro, ma dimenticando il muro dimentico anche il quadro. Ci sono i quadri perché ci sono i muri. Bisogna poter dimenticare che ci sono dei muri e quindi non si è trovato niente di meglio che i quadri. I quadri cancellano i muri. Ma i muri uccidono i quadri. Oppure, bisognerebbe cambiare di continuo, o il muro, o il quadro, mettere senza posa altri quadri sui muri, o cambiare sempre il quadro di muro.” Ecco. Adesso noi i muri non li abbiamo più. Problema risolto.

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :