Magazine Diario personale
A luglio ho chiuso il blog al pubblico, lasciando l'accesso a meno di dieci persone con le quali sentivo di poter condividere momenti di riflessione personale non condivisibili con chiunque. Ho deciso di chiudere anche la Pagina Facebook correlata, sentendo di non avere più nulla da dire e rendendomi conto dell'impellente urgenza di modificare, rivoltare come un calzino, la mia presenza sui social, il mio lavoro (puntando dritto verso la libera professione) e i contenuti proposti. Ho chiuso anche il profilo Twitter del blog, aprendone uno collegato solo a me come persona e lavoratrice in ambito social. Ovvero ho fatto esattamente tutto quello che non si dovrebbe fare mai sui social. Perché perdi contatti, perdi pubblico, perdi traffico, perdi... un sacco di cose. Ciò nonostante, l'ho fatto in piena consapevolezza e serenità, la quale nasce dalla tranquillità del lavorare su account miei e non aziendali o istituzionali. Gli esperimenti, in questo caso, sono utili. In un laboratorio in cui vi insegnano a dipingere, creare con la creata o cucinare un pan di Spagna non gettate mai tutto all'aria per ricominciare da zero? Qui, in questo blog, è la stessa cosa.
Prima di arrivare alle statistiche del blog, voglio dirvi che ho capito di dover specializzare questo spazio proprio come laboratorio esperienziale. Niente di più e niente di meno. Nessuna vetrina, nessun tipo e-commerce, niente che non sia formazione diretta sul campo, dal lavorio con l'html agli esperimenti testuali, ai test sulle statistiche. Nei corsi di social media marketing non viene mai data questa opportunità: sbagliare o cancellare oppure capovolgere il mondo e camminare a testa in giù per trovarsi come Alice nel Paese delle Meraviglie. Però ne ho bisogno, fa parte del mio carattere e della mia tendenza alla scoperta, alla creatività e al mutamento. D'altronde, alcuni non avrebbero preso delle scelte che ho portato avanti a luglio (sono di nuovo sul mercato). Ma io le ho prese sapendo che il mio lavoro ha valore. Tutto ciò mi è stato confermato dai... tipo 7 colloqui che ho sostenuto nei più disparati modi nelle ultime due settimane di luglio, tra il Lazio e il Friuli Venezia Giulia (l'ottavo lo sosterrò fra qualche ora).
E ora arriviamo alle statistiche e a come sono cambiate dalla chiusura alla riapertura del blog. Ebbene: che shock! Il primo e più grande cambiamento lo annovero nelle parole chiave con le quali voi visitatori entrate nel mio spazio: articoli prima quasi mai raggiunti dalle ricerche ora compaiono nelle prime posizioni della prima pagina generata da Google in risposta a delle domande specifiche al motore di ricerca. In compenso, le tag come "as roma" oppure "laurea" oppure "psicologia" producono un numero minore (rispetto a prima di luglio) di visite. Gli stessi articoli del blog che vengono letti sono più vari e Alice nel Paese delle Meraviglie non è più in pole position. Ora è comparsa Chocolat. Un'altra scoperta che mi lascia stupefatta ma dubbiosa è la conta dei famigerati "più uno" di Google. Prima di chiudere avevo dei conteggi, ora ne ho altri... a dir poco strabilianti e mi chiedo dove risieda la verità di queste condivisioni. Blogger non mi soddisfa sotto questo punto di vista. Veniamo ora alle provenienze delle visite, alle pagine visualizzate e ai visitatori unici.
Avendo riaperto da una settimana, non avendo commentato per oltre due mesi i blog degli altri utenti, mi aspettavo un drastico calo di visite giornaliere. Così non è avvenuto e i risultati sono quasi migliori, in proporzione, di quanto il blog era a regime e promosso sui social. Questo meccanismo lo voglio studiare meglio e comprendere a fondo. Ciò che non è cambiato sono le percentuali di provenienza dei visitatori unici e i browser di riferimento con i quali il blog è letto. Abbiamo italia e Stati Uniti in grande spolvero e Chrome e Firefox che se la giovano. Android straccia Iphone/Ipad. Dove sono stata penalizzata maggiormente è il rank, ovviamente. Molti blogger, dando per scontata la chiusura del blog, hanno tolto il link diretto al mio oppure lo hanno tolto dai blogroll. Questo, per Alexa e Google, è una freccia che scende verso il basso così come per Shinistat e Analytics i due mesi di chiusura al pubblico hanno significato una perdita e una modifica del traffico e dell'importanza del sito. Niente che non si possa modificare in positivo, comunque, con un poco di impegno.
Non è interessante tutto ciò? Queste informazioni sono utili perché delineano come questo mondo web sia in movimento costante, come i "pesi" e le "misure" adottate dai motori di ricerca siano in costante evoluzione e come le strategie e il SEO applicato oppure no possano giovare o penalizzare un sito nelle sue diverse fasi di vita. Ciò è necessario da conoscere perché può nascere l'esigenza di chiudere i battenti per un periodo più o meno lungo a causa di una ristrutturazione del sito stesso oppure di mancanza di fondi o per altre motivazioni. Allora è bene sapere a cosa si va incontro se non si può re-indirizzare gli utenti a un nuovo sito o se non li si può accompagnare e convincere a rimanere affiliati nonostante l'avviso di "work in progress".
Che ne pensate? Avete esperienze simili da condividere? Avete mai sperimentato, rischiando?
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