Una vera e propria sciagura per l’economia e per l’attrattività turistica di San Nicola Arcella, piccolo comune dell’alto Tirreno Cosentino, incastonato tra Praja a Mare e Scalea, a pochi chilometri dalla splendida Isola di Dino. Un tratto di Costa frastagliata e dal fondale blu intenso quello di San Nicola Arcella, reso ancor più bello dalla roccia scavata dal mare che, nel corso del tempo, si è come divertito a creare e modellare grotte e insenature naturali. Tra queste, la più ammirata è sicuramente l’ Arcomagno, suggestivo e incantevole arco che sormonta le acque, meta di numerosi turisti nella stagione estiva che si riversano nella spiaggia attigua, percorrendo un sentiero che si inerpica sulla roccia.
Purtroppo, però, a causa di diversi eventi franosi verificatisi nei giorni scorsi, il Comune di San Nicola Arcella per mezzo di un’ordinanza del sindaco è stato costretto a chiudere a tempo indeterminato (verosimilmente per l’intera stagione estiva 2014) la spiaggia e la grotta nei pressi dell’ Arcomagno. Una circostanza che fa montare le proteste e la rabbia degli abitanti di San Nicola Arcella e degli operatori turistici che, a causa di questo, potrebbero perdere numerosi introiti. Inoltre, c’è chi si interroga sulle responsabilità di tale frane, puntualizzando che probabilmente i provvedimenti di messa in sicurezza dell’area avrebbero dovuto essere messi in atto con anticipo evitando che si giungesse alla chiusura del sito.
Allo stato attuale, come sottolinea anche il Vicesindaco di San Nicola Arcella Eugenio Madeo, è assolutamente necessaria un’opera di messa in sicurezza dell’intera area, che comprende la grotta, la spiaggia e il sentiero e, purtroppo, si hanno anche dei dubbi circa la stabilità dell’arco stesso. L’intervento strutturale in questione (peraltro non semplice da effettuare) dovrà essere, poi, coniugato con una soluzione alternativa che lo stesso vicesindaco Madeo illustra: “Per ovviare al problema del sovraffollamento è nostra intenzione fare in modo che la fruizione dell’area, una volta messa in sicurezza, sia improntata alla visita temporanea e non alla permanenza continuata dei visitatori”.
E’ chiaro, dunque, che gli interventi da effettuare dovranno essere realizzati con la massima priorità e considerando il danno che l’intera economia della zona potrebbe subire per la presente stagione balneare: ci si augura che un sacrificio temporaneo possa essere garanzia della restituzione celere e definitiva di un patrimonio naturale inestimabile come l’ Arcomagno.