Christine, la macchina infernale (di John Carpenter, 1983)

Christine è bella e fatale, ma non è una ragazza. Siamo negli anni 50 e Christine, Plymouth rossa fiammante appena assemblata, nutre subito delle vittime. L’auto manifesta intenzioni proprie, decidendo le sorti di chi occupa il suo abitacolo. Vent’anni dopo, Arnie (Keith Gordon), adolescente insicuro e perseguitato dai bulli della scuola, decide di acquistare la vecchia Christine, ormai ridotta a un rottame. Una volta messa a posto, lei ricomincia a uccidere, mentre Arnie muta il proprio atteggiamento e si fa improvvisamente spavaldo, persino aggressivo. 

Da Stephen King, un’altra trasposizione cult, dopo Carrie – Lo sguardo di Satana e Shining (quell’anno uscì anche La zona morta, diretto da David Cronenberg). Storia di ossessione e morte, dominata dal male. Variazione sul tema del connubio bellezza-malvagità, caratteristiche che stavolta vengono attribuite a un’automobile e non a un conturbante corpo di donna. Dirige John Carpenter, anche autore delle musiche (come in quasi tutti i suoi film); ci sono poi le canzoni di Little Richard e George Thorogood (la pellicola si apre e si chiude con Bad to the bone). Il video del brano Karma Police (dall’album “Ok Computer”, 1997), dei Radiohead, è ispirato ad alcune scene in cui Christine insegue una delle sue vittime, fino a incendiarsi. Nel cast anche Alexandra Paul (nota più che altro per la serie tv Baywatch, nella quale aveva il ruolo di Stephanie) e il caratterista Harry Dean Stanton (visto anche in This must be the place, di Paolo Sorrentino). Il protagonista, Keith Gordon, è poi diventato regista per il cinema e per la televisione (tra i suoi film più conosciuti, The singing detective del 2003, con Robert Downey Jr. e Mel Gibson, mentre tra i serial ha diretto alcune puntate di Dexter).