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A breve scopriremo Chrome su dispositivi votati alla mobilità e forse, in futuro, anche sui tablet. Con un comune denominatore: consumi ridotti all'osso e quindi a massima autonomia energetica possibile.
Chrome è un Sistema Operativo "Cloud" dove i software non vengono installati sul nostro dispositivo bensì si attinge ad essi tramite il web.
Chrome si avvia in poco meno di 7 secondi. Basta sollevare il monitor del laptop e spunta l'icona del nostro account (disponibile anche quello per gli ospiti). Non dobbiamo fare altro che inserire le nostre credenziali Google e si parte. Tutto, ma proprio tutto avviene con il browser, quel Chrome che molti di noi hanno imparato a conoscere già da tempo sui maggiori sistemi operativi in circolazione (e che conta a tutt'oggi 160 milioni di download). Anche per i settaggi successivi alla prima installazione bisogna aprire pagine di browser. Si tratta di rifiniture, per il resto il sistema va da solo così come da solo riconosce gli aggiornamenti e li applica. Scopriamo che nella pagina home ci sono dei programmi. Per lo più sono dei link a delle web apps.
Vogliamo scrivere. C'è Google Docs, naturalmente. Grazie al modulo 3G potremo continuare a lavorare anche quando la rete wifi ci abbandona. Ma se ci troviamo lì dove nemmeno quella mobile funziona? E' decisamente un limite. Serve la connessione, poche storie. A meno che non consentire al sistema anche una vita offline. Dopo la scomparsa di Google Gears - è questo l'annuncio fatto oggi alla conferenza degli sviluppatori di Google a San Francisco - sarà il codice Html5 a permettere alle applicazioni web di fornire funzionalità offline. Con Docs, Gmail e Calendar. Anche perché la rete "sempre e ovunque" è ancora di là da venire.
App store. Qui Chrome OS non scopre nulla. Si accoda al modello già esistente e vincente e propone il suo negozio online di applicazioni. Il Chrome app store offre al momento di circa 2500 applicazioni, che aumentano di giorno in giorno grazie agli sviluppatori. Per lo più si tratta di applicazioni web, che vivono col browser. Troviamo di tutto, dalle interfacce giuste per poterci collegare ai servizi di storage e conservare i nostri dati online, alle applicazioni per modificare le foto, a quelle che ci consentono di leggere i principali giornali su nostro computer, a quell'universo di software studiati per rendere la transizione a questa nuova filosofia meno traumatica. In uno stile tutto smartphone ormai accettato da tutti e qui puntualmente riprodotto.
Mondo social. In questo campo la differenza con un sistema operativo tradizionale non si nota affatto.
L'incognita sicurezza. Bel problemino. Richard Stallman, tra i pionieri del software libero, non la manda a dire: "Chrome OS è una minaccia per la privacy". E argomenta da par suo, puntando il dito sulla stessa filosofia "cloud". Va da sé che questa trasformazione in atto nel mondo digitale necessita di certezze soprattutto nel campo della privacy. Chi garantisce la sicurezza dei nostri dati che risiedono su server esterni per di più sparsi nei data center del pianeta?
Chi sono i destinatari di questo Sistema Operativo? Tutti gli utenti che usano il computer - anche in campo aziendale- per fare soltanto alcune cose, lo stretto necessario: navigare, condividere informazioni sul web, comunicare, dialogare coi nostri contatti social, sfogliare archiviare e gestire multimedia e poco altro. Chrome OS in questa fase è pensato per loro. E chi del computer fa un uso lievemente più complesso deve - almeno per ora - rivorgersi ad altri sistemi operativi più collaudati, sicuri e con un hardware molto più performante.
fonte: la Rete
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