CI MANCAVANO GLI ARANCIONI?
E Ingroia si propone come capo di questo movimento e possibile premier.
Nel corso dell’intervista dell’altra sera a “Servizio Pubblico”, Ingroia ha detto, rivolgendosi ai politici presenti in studio, Diliberto, Bonelli, Di Pietro e Ferrero. «per aiutare la società civile a fare un passo avanti, io credo che voi dobbiate fare un passo indietro». Poco dopo, al programma “Otto e Mezzo”, ha precisato che lui intendeva «un passo di lato». Probabilmente avrà inteso dire che non vuole nel suo nuovo movimento “arancione” tutti i trombati e profughi di Bertinotti o comunque di quell’ala dell’estrema sinistra, spesso causa di danni, per la litigiosità dei capicorrente.
Non credo che lui stesso abbia l’idee chiare. Sta cercando di cavalcare l’onda di un certo consenso suscitato da alcuni personaggi, tipo Santoro, Travaglio, Flores D’Arcais e pochi altri che ne hanno fatto una bandiera contro il Capo dello Stato.
E’ un movimento che non comprendo. Si pone sulla scena politica come elemento “di conservazione” ed “eversivo”. Di conservazione perché rappresenterebbe l’ennesimo movimento anti-istituzionale che pone un freno al processo democratico. Eversiva perché partendo da illazioni mai esplicitate con chiarezza si cerca di forzare la politica italiana verso una opzione pre-istituzionale colpendo non solo la massima carica dello Stato, ma colui che in questi anni si è fatto carico di un paese sull’orlo dell’implosione morale, politica, istituzionale e economica.
E’ singolare vedere che gli attacchi più feroci a Napolitano vengono da sinistra, dopo che Napolitano ha rappresentato l’ultimo argine allo sfacelo totale.
Il secondo nemico degli arancioni sarà il PD, altra colonna su cui ha poggiato la salvezza democratica del paese.
Il paese è ormai stracolmo di “fanculatori”, “rottamatori”, “incendiari di navi” e “nichilisti” e“sfasciatori” “nostalgici” “economisti” di ogni sorta, gli arancioni si propongono come quarto polo, anch’essi in contrasto con tutti. Si prendono molto sul serio, parlano con la prosopopea “del filosofo”, “del giornalista impegnato” e del “magistrato eroe.
Comunque onore al merito a questo magistrato per quello che ha fatto e farà contro la mafia. E mi dispiacerebbe se la lotta contro la mafia perdesse, per una scelta politica, braccia forti e robuste come quelle di Ingroia. Credo che si possa essere paladini della libertà in questo paese anche facendo bene il proprio lavoro, come ha sempre fatto Ingroia in precedenza, senza scendere nell’agone politico, senza scegliere quella strada che spesso corrompe anche i migliori.